Ci sono notizie belle che vanno festeggiate. In questo caso parliamo della sentenza di salvaguardia della Faggeta di Vico. Un vero e proprio caso di eccellenza nella salvaguardia dell’ambiente e del rispetto verso la biodiversità. Grazie alla consulenza di Lorenzo Nottari, delegato Lipu Roma, abbiamo avuto il piacere di intervistare e approfondire l’argomento insieme a Enzo Calevi, delegato provinciale Lipu Viterbo dal 2005.
In precedenza volontario WWF presso la sezione di Viterbo, guida naturalistica presso l’Oasi di protezione di Vulci e conduttore del monumento naturale di Pian S. Angelo e attualmente coordinatore del GSCA, Gruppo di Studio e Conservazione dell’Albanella minore, Enzo Calevi ci spiega che…
La Faggeta del Lago di Vico è oggetto di una preziosa sentenza del Tar del Lazio: può illustrarcene il valore ambientale e giuridico?
Il TAR del Lazio accoglie il ricorso presentato da LIPU e WWF sul “Piano di gestione e assestamento forestale del comune di Caprarola – area interna alla Riserva Naturale di Lago di Vico” e lo fa sostanzialmente, applicando le attribuzioni della legge regionale 9/2017:
“Ai fini della conservazione della biodiversità e del patrimonio naturale regionale, la Regione tutela le formazioni forestali definite foreste vetuste e faggete depresse” e “Per le foreste vetuste ricadenti nel perimetro delle aree naturali protette regionali o nazionali è fatto assoluto divieto di effettuare qualsiasi forma di utilizzazione“.
In effetti, il piano prevedeva l’utilizzo della legna di faggio come legna da ardere. Il caso in questione riguarda le Faggete Depresse di monte Venere e di monte Fogliano, quelle oggetto di taglio, secondo il progetto sperimentale dell’Università degli Studi della Tuscia. Taglio motivato a favorire la rinnovazione dei faggi ma sconfessato dai fatti laddove i tagli effettuati all’inizio degli anni 2000 evidenziano tutt’altro. In particolare, nell’area dell’abbattimento del faggio secolare, il cono di luce solare improvviso ha bruciato completamente la piantine di faggio azzerandone la crescita e favorendo l’insorgenza del rovo. Laddove invece, la morte naturale del vecchio faggio che perde lentamente i rami più in alto fino a quelli più in basso, (occorrono anche decenni fino al collasso), permettono alla luce di filtrare dando il tempo necessario ai piccoli faggi di crescere e qui, l’esito della rinnovazione della faggeta avviene positivamente e per vie naturali. Inoltre, la funzione dei tronchi morti in faggeta è fondamentale per la microfauna e per l’avifauna, Cince, Picchi, rapaci notturni come Gufi, Allocchi, Assioli e molte specie di coleotteri anche molto rari che qui trovano casa e cibo.
Quali sono i temi di maggiore sensibilizzazione verso i quali contribuire nel quotidiano anche grazie all’impegno della Lipu?
La LIPU ha sostenuto la causa della Faggeta di Vico da sempre, attivandosi presso le istituzioni, cercando forme di dialogo e confronto, informando, sensibilizzando ma anche avvicinando le persone con attività ricreative in loco.
La partecipazione alle varie edizioni della Festa della Faggeta, organizzate da molte associazioni ambientaliste e da comitati e organizzazioni locali. Il presidio, ormai ultradecennale e mantenuto attivo per rimanere sul pezzo e ricordare a chi non voleva desistere dal proposito degli abbattimenti, anche con la presenza di tante persone che ci hanno dimostrato vicinanza e solidarietà.
L’organizzazione di escursioni in notturna sul monte Venere con la luna piena dedicata all’ascolto dei rapaci notturni.
In che direzione si sta andando circa la cura per l’ambiente attualmente, secondo lei?
La coscienza ambientale è sicuramente cresciuta col tempo nelle persone e così anche la sensibilità alla tutela della natura.
Per contro, certe pratiche agricole, sfruttamenti delle risorse, installazioni industriali in aree rurali, sembrano andare in totale controtendenza e si tratta spesso, di settori con grande capacità finanziaria contro i quali, una sentenza come il recente pronunciamento del TAR in questione, rappresenta purtroppo, una rara eccezione.
La Lipu, il territorio di Viterbo e i comuni di Roma Nord: che rapporto e quali iniziative sono previste?
La delegazione Lipu di Viterbo è strettamente connessa con quelle di Civitavecchia e di Trevignano Romano. Molte le iniziative ed i progetti attivati in collaborazione tra cui il Gruppo di Studio e Conservazione dell’Albanella minore, tra gli agricoltori conosciuto come Il Falco del grano e ridotto ormai a poche decine di coppie nidificanti sul nostro territorio e l’Eurobirdwatch, evento internazionale annuale sullo stato degli uccelli migratori in Europa.
Inoltre, meta delle nostre uscite dedicate all’osservazione degli uccelli è spesso la Riserva Naturale Regionale Tevere Farfa con la presenza di molte specie di uccelli acquatici.
Altro territorio importantissimo dal punto di vista naturalistico è quello dei Monti della Tolfa per la particolare aspra bellezza del luogo e per la presenza di molte specie di rapaci anche nidificanti. Tra queste, di grande interesse è la presenza del Biancone, conosciuto come l’Aquila dei serpenti, anch’esso nidificante.
Le foto a corredo dell’articolo sono di Armando Di Marino.