Vi è mai capitato di avere avuto una giornata storta, piena di pensieri, di preoccupazioni, di responsabilità che vi sembrano sempre più grandi e che, come massi, occupano un peso sempre crescente sulle vostre spalle?
E poi ascoltate una canzone e magicamente tutto si annulla: non c’è più l’ansia e, grazie alla melodia e alle parole che ci ricordano o ci fanno immaginare emozioni da vivere o vissute, siamo trasportati altrove, lontano dal pragmatico mondo che ogni giorno, con la sua monotonia, ci ingloba fino a farci dimenticare di noi.
Scientificamente parlando, sono innumerevoli gli studi che affermano il potere terapeutico della musica. È dimostrato che essa aiuta a combattere i disturbi legati all’umore, il disagio psichico, la depressione, la demenza, e altro ancora. Ha inoltre un’influenza positiva sulla pressione sanguigna, sul battito cardiaco e sulla respirazione. È davvero un toccasana.
Al pari di cibo, sesso e droghe, la musica rilascia dopamina, un neurotrasmettitore del cervello associato al piacere e ai meccanismi di ricompensa. La dopamina è inoltre una molecola coinvolta in moltissime funzioni: dall’umore al processo decisionale, dal movimento ai disturbi psichiatrici.
La musica, come anche le parole, ha il potere di stimolare la nostra consapevolezza interiore, dandoci la possibilità di esprimere e percepire le nostre emozioni e di comunicare i nostri stati d’animo.
Come dice lo scrittore Alessandro D’Avenia:
“A volte nella musica si trovano le risposte che cerchi, quasi senza cercarle. E anche se non le trovi, almeno trovi quegli stessi sentimenti che stai provando. Qualcun altro li ha provati. Non ti senti solo. Tristezza, solitudine, rabbia.”
La musica ha il potere di farci sentire meno soli.
Noi, come esseri umani, tendiamo ad apprezzare le cose in base a quanto ne abbiamo realmente bisogno, necessità. Così, ad esempio, possiamo dire banalmente che un bicchiere d’acqua avrà un sapore diverso se bevuto quando si ha davvero sete: lo troveremo sicuramente più dissetante di un qualsiasi altro bicchiere d’acqua bevuto ad esempio dopo il caffè. Oppure, un semplice panino al formaggio ci sembrerà la cosa più buona del mondo se mangiato quando si sta letteralmente morendo di fame. E magari solitamente non mangiamo nemmeno il formaggio.
Voglio dire: il mondo della musica e delle parole in musica è per lo più un mondo di emozioni e sentimenti. Qual è la musica da cui siete maggiormente attratti? È quella che vi trasporta nel mondo delle emozioni? Delle sensazioni? Quella che vi fa urlare a squarciagola? Quella che vi fa ballare, muovere, esprimere?
È quella che vi fa sentire liberi. Liberi di essere e basta.
E questo, se attuiamo il ragionamento esplicato in precedenza, significa che noi necessitiamo di emozioni e sentimenti. In noi c’è la brama di essere liberi. Il nostro cervello brama le emozioni.
Se la musica ci fa sentire meno soli, è perché normalmente ci sentiamo soli.
Se la musica ci permette di comunicare il nostro stato d’animo, vuol dire che normalmente abbiamo perso l’abitudine o la facoltà di condividere e comunicare in che stato è la nostra anima.
Abbiamo sete di emozioni e non dobbiamo vergognarcene. Lo capiamo con la musica? E allora sentiamola ancora, spesso, di più. Permettiamo alla nostra parte sensoriale di venire fuori e di scavalcare un po’ quel materialismo che, a lungo andare, esaurisce la curiosità intrinseca dell’essere umano.
In una società stitica e statica come quella in cui viviamo, apriamo la porta alla nostra essenza, affinché possa modificarne la rotta.