Giugno è giunto alla fine e insieme a questo anche il Pride! Non possiamo negare che è stato un mese di colore, di arcobaleni e di tanto amore 🌈
Ogni anno, nel mese di giugno, le strade si colorano per festeggiare l’orgoglio della comunità LGBTQIA+, la sigla utilizzata per riferirsi a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer, Intersessuali, Asessuali e il segno del “+” sta ad indicare i generi non definibili.
Perché il Pride si celebra a giugno?
Per capirlo dobbiamo tornare in dietro nel tempo, in particolare nel giugno del 1969. Nella notte tra il 27 e il 28 la polizia fece irruzione in un bar gay del Greewich Village di New York, accusando i presenti, ingiustamente, di indecenza solo per il loro orientamento sessuale. Questi si ribellarono dando inizio ai moti di Stonewall per far valere i propri diritti. Solo un anno dopo l’accaduto si tenne la prima parata a New York.
Moda e Pride: nella stessa direzione.
Il Pride e la moda sono due realtà che sembrano distanti e diverse tra di loro, invece si muovono alla stessa velocità e parlano la stessa lingua. Entrambi condividono i medesimi valori come: l’inclusione, l’uguaglianza e la libertà. Infatti l’introduzione del genderless o gender neutro, cioè non si effettua nessuna distinzione tra capi di abbigliamento femminili e maschili, sembra essere il trend dell’ultimo momento ma invece è solo la direzione che la moda sta seguendo verso l’accettazione della persona. A questo proposito nessuno, se non il pregiudizio della società, può impedire agli uomini di poter indossare una gonna o un abito, lo stesso discorso vale per le donne; ognuno deve essere libero di essere sé stesso.
In merito a ciò, il settore della moda ha reso omaggio alla comunità LGBTQIA+ con delle collezioni e una parte del ricavato di alcuni brand andrà a favore di associazioni che supportano la comunità. Ne fanno parte varie case di moda come Balenciaga, Calvin Klein, Michael Kors, Ralph Lauren ma anche Levi’s, Convers, Ugg e tanti altri, ovviamente tutto genderless.