La peste suina non si ferma. I casi rilevati fra i cinghiali a Roma sono a oggi 32. Ventinove nella zona della Riserva dell’Insugherata, tra Cassia e Trionfale, due a Labaro e uno in Provincia di Rieti.
Secondo le associazioni degli allevatori sono oltre 1.500 gli abbattimenti di maiali già programmati. I dati sono stati comunicati ieri nel corso di una riunione congiunta delle Commissioni regionali Agricoltura e sanità
Il cordone sanitario
Il cordone sanitario per contenere il contagio prevede due diversi interventi: il primo di chiusura della zona del Raccordo anulare, utilizzando l’autostrada come barriera, chiudendo i varchi aperti, e monitorando le carcasse presenti; il secondo di riduzione della densità dei cinghiali al di fuori delle zone interessate dal contagio, in maniera da attuare una sorta di “distanziamento sociale” e di ridurre le possibilità per il virus di diffondersi.
Approvato in Giunta regionale il provvedimento che consentirà di intensificare l’abbattimento semplificando le procedure sia dentro le aree protette che fuori. Allo stesso tempo si sta portando avanti un piano per l’abbattimento dei maiali presenti negli allevamenti che si trovano nelle zone rosse (la prima fa riferimento all’Insugherata, la seconda a Rieti).
Gli allevatori colpiti, che dovranno sospendere le attività aziendali per almeno sei mesi, avranno due tipi di contributi: un ristoro per ogni capo abbattuto e investimenti per attuare misure di biosicurezza. Si ipotizza il contributo minimo di 1000 a capo. La Regione ha già presentato una richiesta al governo per rientrare fra le aree che ricevono fondi in base al decreto legge sull’emergenza peste suina.
Nelle zone a rischio programmati 1500 abbattimenti
Le associazioni degli allevatori che sono intervenute ieri 8in Commissione sanità alla Regione Lazio (Coldiretti, Confagricoltura e Cia) hanno parlato di rischio catastrofe economica. Sottolineata con forza la necessità di abbattere i cinghiali in maniera molto più massiccia. C’è bisogno di aiutare le aziende. In caso di chiusura, rischiano di non riaprire mai più danneggiando il tessuto produttivo ma anche la biodiversità: sono oltre 1.500 gli abbattimenti di maiali già in programma.