La piccola Londra e i sui colori pastello

Creatività e architettura sono due elementi cari al panorama romano. Ci sono quartieri che, senza bisogno di didascalie, ci narrano di epoche, mo(vi)menti culturali, rivoluzioni sociali, di moda e costume. Ci sono poi piccolissime isole semi nascoste che, nello spazio di una strada di pochi metri (160 per la precisione e interamente ricoperta di sanpietrini) contengono la sintesi di tutto questo: la piccola Londra, nel quartiere Flaminio di Roma, ne è l’esempio.

Per raccontare un luogo bisogna lasciare che esso ci parli. Camminare lentamente, osservare senza fretta, curiosare permettendosi punti di vista molteplici. La piccola Londra l’abbiamo visitata seguendo queste semplici istruzioni d’uso, con passo lieve in una domenica mattina molto english, in  pausa fra la pioggia appena addormentata e timidi raggi di sole.  Una piccola curiosità introduttiva: se vi piacciono Max Gazzé e Levante potrete (forse) riconoscere questa stradina nel video dell’ omonimo brano Pezzo di me di Levante del 2017.

Punti di vista di una passeggiata londinese a Roma.

 

 

 

 

 

La piccola Londra è il nome in codice di Via Bernardo Celentano fra via Flaminia 287 e via Vignola 50. È una strada privata ed è rigorosamente necessario mantenere un comportamento rispettoso per poterne ammirare la bellezza. Se fosse un brano musicale sarebbe The sound of silence, di Simon & Garfunkel, in the “narrow streets of cobblestone”: improvvisamente il rumore romano svanisce per lasciar spazio ad un tempo sospeso nel silenzio.

Il quartiere Flaminio fu uno dei primi 15 quartieri di Roma nati nel 1911. Nel 1909 venne eletto sindaco di Roma Ernesto Nathan, anglo-italiano, cosmopolita, mazziniano, anticlericale il cui sogno era portare Roma al livello delle grandi capitali europee.  Egli fece contattare Quadrio Pirani, architetto di Jesi che aveva già realizzato quartieri come San Saba e Testaccio e decide che al Flaminio sorgerà quella che poi sarà soprannominata “La piccola Londra”.

L’eleganza dei dettagli caratteristica di questa romantica stradina.

Nel quartiere di Roma Nord non c’era nulla. Pirani ha piena libertà: così progetta 26 villini a schiera. Ma Nathan nel piano regolatore era stato chiaro: i fabbricati non devono superare ventiquattro metri, mentre i villini non più alti di due piani. Un rinnovamento dello stile che per molti aspetti somiglia a quello inglese e da qui la suggestione che ancora oggi rimane intatta della piccola Londra.

Torniamo alla nostra passeggiata: i colori pastello e tutti diversi delle abitazioni sono il primo elemento sul quale posare lo sguardo. L’invito a rilassarsi pervade i sensi e i dettagli delle case iniziano a prendere vita. Cortili curati e portoni decorati in perfetto stile londinese regalano idee come se stessimo leggendo una rivista d’arredamento. Le asimmetrie fra i balconi, le finestre, le decorazioni d’esterno richiamano la magia di un altro gioiellino romano: il quartiere Coppedè.

Se fosse un colore la piccola Londra sarebbe l’arancione, che spicca fra l’altro tra le tinte presenti, ed è il colore della gioia, dell’entusiasmo, desiderio di crescita, coraggio, altruismo e ottimismo. È un colore che rallegra e riscalda, esercita un’azione liberatoria e racconta di esperienze vissute fino in fondo anche se sconosciute. Mistero e bellezza non sono forse fra gli ingredienti del fascino di questa little street?

Gargoyle in cima ai palazzi della piccola Londra.

La geometria e l’arte hanno notoriamente fra loro un dialogo importante. Le forme geometriche sono state le primissime strutture espressive a scopo decorativo: linee che si muovono nello spazio della tela o di una superficie architettonica, come nel nostro caso. La piccola Londra è interessante esercizio geometrico di stile che lascia spazio anche a dettagli inaspettati come le riproduzioni di una cicogna e un gargoyle, sentinelle discrete per i visitatori e chissà quanti altri segreti.

L’eleganza composta della piccola Londra è un invito a camminare guardando oltre i soliti confini. Però, ecco il però, la poca cura e alcuni lavori di ristrutturazione di qualcosa che non assomiglia affatto al romantico quadro fin qui descritto, ci riportano nel qui ed ora di una città che dovremmo ricordarci di non maltrattare.

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