La giornata di ieri, domenica 24 novembre, è stata particolarmente importante per molti cittadini della nostra area: dalle 7 alle 21, si sono tenute le elezioni del Presidente della Repubblica romena, con la conferma del presidente uscente Klaus Iohannis.
La comunità romena è una delle maggiori comunità estere presenti in Italia. A Rignano Flaminio è inoltre attiva dal 2005 una parrocchia ortodossa molto frequentata da fedeli romeni e moldavi provenienti da tutti i paesi limitrofi.
UN SEGGIO A RIGNANO FLAMINIO
Non sorprende quindi che proprio a Rignano Flaminio, su richiesta popolare corredata da 250 firme e grazie all’iniziativa del parroco Padre Stefan e dell’Ass. Sant’Elia pro-vita, sia stato allestito un seggio elettorale per consentire ai tanti romeni che vivono in questa zona di partecipare a questo importante appuntamento democratico.
Come sono andate le operazioni di voto? Camelia Avram (ass. Sant’Elia pro-vita) mi racconta: “La giornata di ieri è stata molto impegnativa e stancante, ma anche fonte di grande entusiasmo. Allestire un seggio presso la nuova Chiesa ortodossa di Rignano Flaminio ci ha dato anche l’occasione di rinsaldare la nostra comunità e far conoscere la nuova chiesa“.
L’affluenza ha premiato questo sforzo: ieri hanno votato ben 1518 persone (superando i 1050 che avevano già votato in occasione del primo turno, domenica 11 novembre). Le operazioni di voto, mi racconta Camelia, sono state molto tranquille: “Per assicurare sicurezza e correttezza del voto, il seggio era garantito dalla security e da videosorveglianza h24. Ma tutto è andato benissimo, e le elezioni sono state, come è giusto che sia, una grande festa democratica”.
UN PRESIDENTE ELETTO DAL POPOLO
A differenza dell’Italia (che è una repubblica parlamentare), in Romania vige un sistema semipresidenziale. Come mi ha spiegato la dott. Ana Maria David, funzionario del Ministero degli Esteri che ha svolto funzioni di presidente di seggio a Rignano, “I cittadini eleggono direttamente il presidente della Repubblica, che poi nomina il Presidente del Consiglio, su proposta del partito o partiti che hanno la maggioranza in Parlamento.
Il suo potere è inferiore a quello del Presidente della Repubblica francese, ma la sua elezione diretta genera un forte senso di partecipazione popolare, dandogli la forza di indirizzare la politica del paese, in particolare nei rapporti con l’estero e in tema di sicurezza“.
Le votazioni di ieri erano un ballottaggio fra i due candidati più votati nel primo turno di domenica 11 novembre, ovvero il presidente uscente Klaus Iohannis (noto per le sue posizioni europeiste e per la lotta alla corruzione) e la ex premier e leader del partito socialdemocratico Viorica Dancila.
I RISULTATI LOCALI
Come previsto, le elezioni sono state vinte da Iohannis, con oltre il 60% dei voti. Ma come hanno votato i romeni all’estero? Mi spiega Camelia: “Iohannis è un presidente molto amato ma anche contestato, che vuole promuovere l’apertura della società romena. Fra i romeni della diaspora gode di una certa popolarità. E Rignano non fa eccezione: su 1512 voti validi, Iohannis ha vinto con 1391 voti (pari al 91%)!”.
UN’ESPERIENZA DA RIPETERE
L’anno prossimo, dopo l’elezione del Presidente, i romeni saranno chiamati ad eleggere anche il Parlamento. Ho chiesto a Camelia se, nonostante la fatica, pensano di ripetere l’esperienza. “Certamente sì”, mi ha risposto.
“Noi romeni della “diaspora”, ci siamo sentiti spesso denigrati in patria per i lavori umili che svolgiamo nei paesi che ci accolgono. Però il nostro lavoro dà un importante contributo al PIL della Romania. E la maggior parte di noi passa le ferie in Romania, ci ha comprato casa e spera di tornare. Abbiamo un legame affettivo forte. Ed è importante che anche a noi sia data la possibilità di contribuire alla scelta del governo del Paese”.