Un morbo devastante durato secoli, causato da un virus che per chi è nato dopo gli anni ’80 è poco conosciuto: il vaiolo. Un Poxviridae che nel dicembre del 1979 l’OMS ha dichiarato ufficialmente eradicato dal pianeta ma che, prima di allora, si stima abbia ucciso tra le 300 e le 500 milioni di persone durante tutto il XX secolo, con un tasso di mortalità medio del 30%.

A rendere il tutto più drammatico, chi sopravviveva alla malattia con molta probabilità veniva sfregiato in volto e su tutto il corpo da cicatrici profonde che lo avrebbero accompagnato per il resto della sua vita.

 

Il vaiolo ha accompagnato l’uomo fin dai tempi degli egizi e si è diffuso in tutto il mondo grazie ai viaggi navali e alle prime reti di commercio globali, mettendo in ginocchio la maggior parte delle popolazioni che incontrava.

Per diversi secoli la società è stata priva di armi per difendersi da questo parassita fino a che, nel 1796, un medico inglese di nome Edward Jenner, dotò l’umanità dell’arma biologica più efficace conto i virus: il vaccino.

Questa scoperta grandiosa nacque dall’osservazione di alcuni allevatori di bovini che, per via dello stretto contatto con gli animali, contraevano una forma più lieve della malattia (il vaiolo bovino) e ciò sembrava renderli immuni alla forma di vaiolo più severa. Da questa osservazione Jenner dedusse che il contagio con il virus bovino potesse rappresentare una forma di protezione verso il vaiolo e, perciò, decise di sperimentarlo su un bambino, infettandolo prima con la forma bovina e dopo qualche settimana con il vaiolo comune. L’esperimento riuscì alla perfezione e il bambino non sviluppò la malattia mortale, segnando così la nascita del primo vaccino funzionante contro il vaiolo.

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