Da ieri è tutto un rincorrersi di voci dietro lo slogan di Matteo Salvini contro la Nutella, che non “sarebbe italiana, in quanto utilizza nocciole turche”.

In questo ambito lasciamo Salvini dov’è e cerchiamo di capire come stanno le cose. In Italia attualmente (ma probabilmente in futuro le cose miglioreranno, poi vedremo perché) si producono molte meno nocciole di quelle di cui ha bisogno la sola Ferrero (una delle ultime multinazionali tricolori sopravvissute allo shopping estero) per produrre la Nutella e tutti gli altri suoi prodotti.

Stando agli ultimi numeri disponibili, nel 2017/2018 la nostra penisola ha prodotto circa 125mila tonnellate di nocciole, pari al 14% circa del totale mondiale. Dove vengono prodotte prevalentemente le nocciole in Italia? Principalmente in quattro regioni: il Lazio con circa 45mila tonnellate di nocciole l’anno, la Campania con 39mila (metà da Avellino e dintorni), il Piemonte con 20mila e poi la Sicilia. Sta arrivando anche l’Abruzzo, anche se ci vorrà ancora del tempo, dopo l’accordo stipulato con la Ferrero, che sta cercando di incentivare la produzione in Italia e ha lanciato un apposito progetto lo scorso anno che dovrebbe consentire di aumentare del 30%, entro il 2025, la coltivazione nel nostro paese.

Sono sufficienti le 125mila tonnellate prodotte in Italia a soddisfare le esigenze della Casa di Alba? Assolutamente no.

La Ferrero ha bisogno del 30% della produzione mondiale (l’Italia, come dicevamo, raggiunge a malapena il 14%) e deve necessariamente rivolgersi al leader indiscusso del mercato, la Turchia. Che ne produce il 70% a livello mondiale.

Un primato destinato a consolidarsi in futuro, grazie all’accordo di sviluppo e cooperazione a tre appena siglato con Georgia e Azerbaijan, i due astri nascenti che stanno scalando rapidamente le gerarchie del mercato e sono vicine al sorpasso degli Stati Uniti che occupano oggi il terzo gradino del podio alle spalle dell’Italia.

A meno che il progetto lanciato dalla Ferrero di stimolo alla produzione interna non abbia successo.

Come funziona? L’obiettivo di Ferrero è quello di raggiungere i 90mila ettari dedicati alla corilicoltura sul territorio nazionale (una soglia che comunque coprirebbe solo il 5% del fabbisogno della produzione mondiale di Ferrero, tanto per sottolineare quali sono i margini di crescita: una nocciola su tre prodotte nel mondo viene utilizzata per produrre Nutella). E per scovare i 20mila ettari “mancanti” sollecita i produttori che operano in territori a rischio abbandono o utilizzati per colture a bassa redditività. In cambio, Ferrero si impegna ad acquistare le nocciole a un prezzo minimo garantito per un periodo di 19 anni. Il progetto è partito la primavera scorsa, entro il 2025 si punta a disporre di 20mila ettari di noccioleti in più. Invertendo anche una tendenza che negli ultimi anni ha visto diminuire la qualità delle produzioni per fattori climatici e agenti patogeni.

 

Sponsor