E’ successo a Ladispoli.
Una mamma, nonostante avesse i sintomi del Covid (febbre alta e tosse), ha organizzato due feste di compleanno per il figlio di 8 anni. Ambedue con 30 partecipanti ciascuna per non creare assembramenti, ma senza minimamente considerare il rischio a cui sottoponeva i suoi ospiti. Rischio che aveva intuito avendo effettuato il tampone. Subito dopo i festeggiamenti. Non prima. È stata lei stessa a raccontarlo ai medici durante il test: «Avevo febbre e tosse ma ho comunque invitato amici e parenti per il compleanno del mio bambino» ha rivelato ai sanitari.
Risultato: 60 persone in isolamento fiduciario. Un procedimento, quello dall’avvio della quarantena, che alcuni invitati non hanno affatto gradito. Finendo con l’attaccare pesantemente gli operatori della Asl Rm 4 che si erano subito attivati con il contact tracing per evitare una ulteriore diffusione del contagio. Non sono mancati insulti e offese tali da portare alle lacrime gli operatori colpiti dalle accuse a loro rivolte per «la privazione della libertà personale».