Nota ricevuta dalla Regione Lazio in merito all’intervista rilasciata dall’assessore alla sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato al Corriere della Sera.
«Con le analisi si parte con 60mila. Abbiamo avuto le prime adesioni da parte delle forze dell’ordine e abbiamo messo a punto le modalità. Poi estenderemo il programma fino a 300mila, includendo anche il personale sanitario».
Poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco e militari: saranno loro, gli operatori della sicurezza e del soccorso, coinvolti nell’indagine epidemiologica della Regione. A spiegarla è l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato.
A che tipo di test verranno sottoposti? «A test di natura sierologica». II test rapido validate dallo Spallanzani? «Non si tratta della puntura sul dito che analizza poche gocce di sangue. Si tratta di un prelievo venoso che rintraccerà IgG e IgM».
Qual è la finalità? «E’ un’indagine epidemiologia. Effettuata su un campione omogeneo e ripetibile nel tempo, ogni due-tre mesi. Ci servirà per capire come è circolato il virus nella popolazione».
«Se sui 300mila totali la percentuale rimarrà 1-2%, allora vorrà dire che sono stati intercettati praticamente tutti i positivi. Ed estenderlo sarebbe inutile. Se invece la percentuale sarà maggiore, allora il discorso cambia. Ma a oggi non risulta sia così . Nel Lazio sono stati fatti oltre 80mila tamponi. E ci sono positivi. Il che vuole dire che una percentuale superiore al 90% è negativa».
Quindi niente test estesi a tutta la popolazione residente del Lazio? «Vedremo. Lo so che stride con l’ansia di sapere se si è contratto il virus oppure no. Ma l’indagine serve anche a capire questo. Adesso l’importante era iniziare».
E la caccia agli asintomatici che potrebbero veicolare il contagio? «Continua, ma va anche capito quanti sono in realtà questi asintomatici».
Negli ultimi giorni molte strutture private stanno pubblicizzando la possibilità di fare test rapidi nei loro ambulatori. Sono stati autorizzati dalla Regione? «La Regione non ha autorizzato nessuno. Non possiamo impedire che facciano un test sul sangue. Come non possiamo impedire ai cittadini di sottoporsi al test in un laboratorio privato a proprie spese. Certo è che fatti al di fuori dell’indagine epidemiologica hanno poco senso».
Quanto costa questo esame dal privato? «Il test in sé viene 5 euro. Ma in un laboratorio privato so che viene tra i 70 e i 100 euro».
Ma nell’ottica di un’estensione a tappeto, non sarebbe utile raggiungere con loro un accordo? «La sanità privata è molto coinvolta nella lotta al Covid, basti pensare al centro di Casal Palocco, ma le regole devono essere chiare, dovranno fare sistema col sistema sanitario regionale e i prezzi dovranno essere contenuti altrimenti non mi siedo neanche al tavolo».