Luciano Vecchiotti

Sempre più appezzamenti di terreno vengono sottratti alla coltivazione e di fatto abbandonati a sé stessi, diventando facile preda degli incendi che soprattutto quest’anno hanno colpito duramente la nostra zona. Quello dell’abbandono delle terre è un fenomeno diffuso in tutta Italia. Secondo L’Istituto nazionale di economia agraria ci sarebbero almeno due milioni e mezzo di ettari non più occupati da orti, pascoli, frutteti. Il motivo di questo fenomeno dell’abbandono delle campagne è legato sia all’industrializzazione che a questioni economiche ed ereditarie.

I terreni, spesso scomodi da raggiungere, una volta ereditati per successione non vengono suddivisi e col passare degli anni la “platea” dei proprietari si ingrandisce a dismisura fino a rendere impossibile la cura di questi appezzamenti. Il fenomeno è presente anche nell’area tiberina dove nell’agosto scorso in questi terreni si sono sviluppati vasti incendi, sia a Morlupo-Castelnuovo che a Torrita Tiberina.

Un caso emblematico, che descrive bene le dinamiche messesi in moto una trentina di anni fa, e che nello stesso tempo rappresenta una vera controtendenza al fenomeno, è quello di Luciano Vecchiotti . È di Capena, ha settantacinque anni, con un invidiabile vigore e soprattutto con tante idee che è riuscito a mettere in pratica nel corso degli anni. A Capena il declino dell’agricoltura coincise con la chiusura della cantina sociale e oleificio dove molti produttori capenati conferivano i loro prodotti.

In seguito a questo è iniziato l’abbandono delle terre nella valle del Tevere, dove si è sviluppata poi l’area commerciale artigianale che ha iniziato a fornire posti di lavoro. Il declino dell’agricoltura a Capena è stato inevitabile. Ma non per Luciano che ha seguito un percorso in controtendenza. “Avevo un appezzamento di terreno – racconta – non molto curato. Vicino c’erano terreni completamente abbandonati e ho iniziato ad acquisirli tutti, a prezzi stracciati. Si tratta di terreni scomodi, spesso in zone scoscese, e la gente non vedeva l’ora di liberarsene. Ricordo che mia madre mi disse – Me sa che tu sei matto, prendi quei terreni che nessuno vuole, che ce devi fa? – “

Luciano Vecchiotti

Ma Luciano aveva le idee molto chiare e ha iniziato a curare quei terreni lasciati a sé stessi. Piano piano ma con una fede incrollabile ha iniziato a coltivare verdura, frutta, olivi e poi ad allevare animali come pecore, conigli anatre, polli, asinelli. Sposato con una donna siciliana della provincia di Enna, Luciano ha iniziato una sorta di sinergia con la Sicilia, curando gli agrumi la cui vendita si è ripresa dopo la crisi degli anni Ottanta, quando le arance venivano distrutte con i trattori per protesta, e ha fondato l’azienda Sicilsano. “Mi sono diretto – dice Luciano – anche ad un mercato di nicchia, dal produttore al consumatore, faccio mercato aiutato dai miei familiari e da qualche lavorante in diversi posti del territorio”.

La situazione dei terreni abbandonati e non curati è presente anche a Torrita Tiberina dove prima di ferragosto un pauroso incendio ha lambito le case. La sindaca Rita Colafigli aveva emanato una ordinanza di pulizia che poi i vigili hanno eseguito: a Torrita sono fioccate diverse multe. A Nazzano invece a seguito dell’ordinanza di pulizia dei terreni è iniziato un dialogo con i destinatari del provvedimento. Circa l’80 per cento dei fondi sono stati puliti dai proprietari senza ricorrere a sanzioni. Situazione completamente diversa a Ponzano dove in sostanza non esistono terreni incolti. “In pianura – dice il sindaco Sergio Pimpinelli -si coltivano cereali, grano erba medica, prodotti che in gran parte vengono portati alle Farine Laziali.”  Un’ azienda che produce anche mangime per animali.

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