Oggi sta piovendo sulle colline dei Comuni della nostra area ma non in maniera intensa come servirebbe alle terre aride e al nostro benessere psicofisico. Le temperature per qualche giorno torneranno ad essere quelle tipiche dell’estate mediterranea, il perenne e pesante anticiclone cosiddetto africano che poi non è africano per niente ma mediterraneo, per qualche giorno toglierà il disturbo. Ma già da mercoledì tornerà a fare la voce grossa.

Quella di metà agosto dovrebbe rappresentare la tipica rottura che nella memoria dei più segna la fine della bella stagione e il passaggio al tempo dell’autunno. Se ne è persa traccia negli ultimi anni come si è persa traccia del mitico  anticiclone delle Azzorre, entrambe vittime del cambiamento climatico in atto.

Ne abbiamo parlato con Paolo Sottocorona, l’uomo meteo de La7 da circa venti anni. Il capitano dell’aeronautica in pensione, abita nella Valle Tiberina dalla fine degli anni ’70. La scelse appena sposato.  Dopo un decennio circa vissuto a Capena,  ha scelto Nazzano dove vive. 

È legato al fiume e a queste terre, dove sono cresciuti i suoi figli tanto da non aver mai pensato di trasferirsi altrove, tantomeno a Roma.

Lo abbiamo incontrato nella sede de La7. Un incontro tra due amici che non si vedevano da 40 anni almeno. Dice: ’Secondo le carte oggi e domani sembra che si torni alla normale successione delle stagioni, il gran caldo indietreggia spinto altrove da correnti atlantiche che portano piogge ed un calo significativo delle temperature, anche di 10 gradi”. 

Insomma torna il ritmo delle vecchie stagioni?

“Non è proprio così, questo ritorno è un’eccezione, il cambiamento climatico è un dato di fatto, i dati lo dimostrano in modo indiscutibile: anche luglio è stato il mese più caldo degli ultimi 150 anni. In media l’aumento delle temperature in Italia è di circa due gradi, un po’ meno in Europa. Occorre governare questa mutazione, non enfatizzare come accade da anni: questa di oggi e domani, per quanto piacevole, sarà solo una breve tregua. Precisiamo pero anticiclone africano è definizione di comodo , mediatica che contesto. In realtà quello che persiste sui nostri cieli è un anticiclone mediterraneo perché li ha il suo centro , i suoi valori massimi.

Non ti piace la meteorologia dei Caronte?

Preferisco  raccontare “il tempo che fa” con calma, dare ai cittadini un servizio puntuale, affidabile, senza quella enfatizzazione che crea ansia soprattutto nelle categorie più fragili come gli anziani. Bombardati ogni giorno dai vari Caronte vivono come assediati  e per difendersi corrono ad acquistare impianti di aria condizionata o potentissimi ventilatori. L’attuale approccio alla meteorologia sembra un servizio scintillante, quasi uno spettacolo, ma in realtà  è un affare che produce visibilità e fatturato, induce bisogni e aumenta la percezione del caldo. Viste le temperature non mi pare ce ne sia bisogno. Preferisco il passo e lo stile e del mitico Colonnello Bernacca,  quello è il modello.

Nella sfida al riscaldamento globale sono utili le centrali fotovoltaiche e le pale per l’eolico?

Si ma sono solo una parte delle risposte che invece deve essere articolata. Utilizzare l’energia solare per produrre energia elettrica è scelta di buon senso, riduce l’utilizzo delle fonti fossili. Si dice che le centrali fotovoltaiche  tolgano spazio all’agricoltura. Bisogna valutare, studiare, capire caso per caso. Ci sono molti terreni abbandonati, altri che sono destinati ad esserlo dunque c’è spazio oltre che necessità. Stesso discorso per le pale eoliche. Molti dicono che rovinano il paesaggio ma è relativo. Non è che i tralicci per il trasporto dell’energia elettrica siano delle meraviglie architettoniche,  eppure ormai quasi non li vediamo più fanno parte del paesaggio. Poi sono in corso ricerche per creare impianti meno invasivi , oltre che a carattere domestico. Il vento e il sole sono nostri alleati

E le automobili elettriche?

Non sono la soluzione, andrebbero bene di piccola cilindrata per l’utilizzo nei centri urbani ma pensare di motorizzare il mondo con l’energia elettrica è impossibile. Fare suv ma anche vetture di media cilindrata con la stessa efficienza dei motori a scoppio è pura fantasia.

Dunque non resta che l’energia nucleare?

No, quella attuale prodotta per fissione è da escludere. Chi la propone non dice la verità e cioè che nessuno sa, ancora oggi, come smaltire i residui, smantellare le attuali centrali alla fine del loro ciclo. Lasceremmo il problema a chissà quante generazioni. Io sono nato vicino quella di Latina che è ancora lì pur se non attiva. La speranza è nell’energia atomica prodotta per fusione. Siamo ancora alla fase sperimentale ma quella è la strada”.

La strada delle stelle

È il progetto Iter che si sta realizzando nel sud della Francia con la collaborazione del Cnr di Padova. In costruzione la macchina magica capace di riprodurre la “fusione nucleare” cioè lo stesso processo che alimenta le stelle. “Solo così potremo avere energia elettrica pulita e inesauribile per le necessità del pianeta- conclude Paolo Sottocorona-  e senza scarti. Ma la strada delle stelle è lunga”. 

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