Ötzi o “Mummia del Similaun” sono i nomi con cui è conosciuto l’uomo che oltre 5000 anni fa scalò il ghiacciaio del Senales dove morì. Nel 1991 una coppia di escursionisti tedeschi lo trovò per caso. Per alcuni anni questa straordinaria scoperta risalente all’età del Rame fu contesa tra Italia e Austria, dal 1998 l’uomo venuto dal ghiaccio è esposto presso il Museo Archeologico dell’Alto Adige.
Le sofisticate tecniche scientifiche messe a disposizione per studiare Ötzi rivelano molti particolari interessanti, era un maschio adulto, alto circa 160 cm e al momento della sua morte aveva un’età all’incirca di 46 anni ed era in buona salute. La causa della sua morte è fitta di mistero come nelle migliori serie tv di crimini, infatti se da alcune indagini si è rilevata la presenza di una punta di freccia nella spalla sinistra che potrebbe aver causato un rapido dissanguamento, e quindi la morte, nel 2007 grazie a nuovi esami scientifici è stato riscontrato un trauma cranico precedente alla morte, quindi il mistero s’infittisce. Inoltre una ferita da taglio molto profonda sulla mano destra farebbe pensare ad una colluttazione. Ötzi morì orientativamente all’inizio dell’estate e il suo ultimo pasto è stato a base di cereali, carne cruda o essiccata di stambecco e cervo.
All’interno del Museo dove è conservato in uno spazio in cui è ricreato l’ambiente del ghiacciaio cioè -6 gradi Celsius con la giusta umidità affinché si eviti l’essiccamento della mummia, da una finestra è possibile osservare Ötzi nella sua ormai famosa posizione con un braccio lungo il corpo verso l’altra spalla. Sono allestiti nel Museo oltre agli abiti che indossava anche l’equipaggiamento composto da: un arco non finito, una faretra con frecce, un’ascia immanicata di rame, un pugnale di selce con fodero, una gerla, contenitori in corteccia di betulla è molto altro, anche questi oggetti raccontano molto sia dell’uomo venuto dal ghiaccio che del periodo storico in cui è vissuto.
I paleo artisti olandesi Andrie e Alfons Kennis hanno ricostruito una statua a grandezza naturale che riproduce l’uomo del Similaun a pochi giorni dalla morte. Questo ritrovamento ha un immenso valore archeologico, scientifico e storico Grazie al quale è stata riscritta la storia dell’età del Rame.