Questa è un’Itaca ancora di Memoria. Parla di una data diventata Storia, di un politico ucciso per le sue idee antifasciste, di un luogo che, per fato, ha ospitato il suo corpo per sessantasei giorni e di un Atto di legge che però quest’ultimo aspetto lo dimentica e che perciò merita di essere integrato, per onestà storico-intellettuale. Un’Itaca che lancia un monito a coloro i quali, rappresentanti del popolo, la Memoria dovrebbero tramandarla con attenzione e con cura e un appello al Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, affinché dall’alto del suo ruolo istituzionale intervenga.
Il 19 maggio scorso il Senato della Repubblica ha approvato all’unanimità il Disegno di Legge per le celebrazioni del centenario del delitto di Giacomo Matteotti, avvenuto a Roma il 10 giugno del 1924, al fine di promuovere e valorizzare “la conoscenza e lo studio della sua opera e del suo pensiero in ambito nazionale e internazionale”. Ad esempio: con progetti di ricerca, borse di studio riservate a universitari e studenti delle superiori, il sostegno a convegni, la conservazione e la digitalizzazione dei documenti sull’attività di Matteotti oltre alla pubblicazione di materiali inediti.
L’articolo 2 del provvedimento prevede, tra l’altro, alla lettera “e)”, “la realizzazione di eventi e di ogni altra iniziativa […] da svolgersi prioritariamente nei comuni di Fratta Polesine, Villamarzana, Boara Polesine, Rovigo, Messina, Ferrara, Varazze e Roma”, destinando a tale scopo un finanziamento complessivo di 1.200 mila euro in tre anni.
Tutto vero e tutto prezioso ma… spiace constatare che, tra questi paesi, manchi Riano (RM), dove il 16 agosto del 1924, in località Quartarella, fu ritrovato il corpo del leader antifascista.
Una lacuna, questa, a cui va posto rimedio, dal momento che non inserire Riano nell’elenco di cui sopra rappresenterebbe un errore storico e culturale inspiegabile.
Il corpo di Giacomo Matteotti, dopo il ritrovamento, rimase per tre giorni nel cimitero di Riano. Qui fu fatta l’autopsia del corpo. Da Riano partì nel pomeriggio del terzo giorno il carro funebre che condusse la bara alla stazione ferroviaria di Monterotondo, dove fu fatto appositamente fermare il treno, detto “Triestino”, che portò ciò che rimase del corpo di Giacomo Matteotti a Fratta Polesine, suo paese natale.
Sempre a Riano, che nel 2012 concesse la cittadinanza onoraria post mortem a Giacomo Matteotti, esiste un monumento che ricorda il delitto e un Istituto scolastico comprensivo che, da qualche settimana, porta anche il suo nome e che ogni anno bandisce un Concorso dedicato ai ragazzi delle terze classi medie.
La Proposta di Legge, dal 25 maggio, è in sede referente alla Camera dei Deputati ‐ A.C. 3624 ‐ presso la VII Commissione Cultura. L’auspicio è che, in nome della verità storica e della testimonianza culturale, si ponga soluzione a tale mancanza, che altrimenti costituirebbe un’imbarazzante svista a danno della natura formativa, divulgativa e civile che sta alla base del provvedimento stesso.
La fiducia è che questa piccola Itaca compia, e con successo, il suo percorso. Nel nome di chi ama la Storia e la sua narrazione. Nel nome della pura verità di ciò che è stato. Che è appunto Memoria eterna.
P.S. Il sottoscritto, insieme alla Rete NoBavaglio, all’ANPI, ad altri giornalisti e a rappresentanti del mondo civile e associativo del territorio, in tal senso, abbiamo già scritto al Presidente Roberto Fico.