L’ondata da Covid-19 non si placa in Italia e sull’ipotesi di un lockdown nazionale si è espresso il ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia: “Il modello del lockdown nazionale non è riproponibile perché a marzo e aprile non avevamo nulla, il mondo occidentale non aveva nulla“.

Boccia ha ricordato l’approccio dell’ultimo Dpcm “della cosiddetta zonizzazione corrispondente ai diversi livelli di criticità“, spiegando che quel modello è nato ad aprile perché la fase di graduale riapertura è stata gestita con la massima cautela nonostante ci fossero spinte per le riaperture immediate.

Il ministro ha continuato: “Si è andati avanti con un report settimanale che è sempre stato sul tavolo del Governo e delle Regioni. La differenza è che oggi quel report determina il passaggio in un’area, gialla, arancione o rossa. Dal dibattito esterno è apparso che questi indicatori siano arrivati all’improvviso come se ci fosse un’alchimia particolare. Sono gli stessi indicatori sui quali la stessa cabina di regia ha lavorato da maggio ad oggi e continuerà a farlo. Questi indicatori sono a garanzia della tutela della salute di tutti noi e sono oggettivi. C’è stata ieri una richiesta assolutamente comprensibile in Conferenza delle Regioni per un confronto sugli indicatori, ma il confronto avviene ogni settimana in cabina di regia dove ci sono i tecnici delle regioni. Se dovesse venire fuori dalla cabina di regia una valutazione scientifica sui parametri che possa consentire a un parametro di essere ponderato meglio o in maniera diversa rispetto ad altri, la cabina di regia deve, può dare un contributo di questo tipo. L’unica cosa che non possiamo fare è politicizzare i parametri, perché sarebbe un errore“.
(Italpress)

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