L’Agro Veientano è un territorio a cavallo tra i paesi di Formello, Sacrofano, Castelnuovo di Porto, Riano, Morlupo, Campagnano di Roma, Magliano Romano e il municipio XV del Comune di Roma. Dominato dall’antica città di Veio, l’Agro ha vissuto una storia lunga che ha avuto come protagonisti gli etruschi prima e i romani dopo. Tali popolazioni hanno lasciato tanti segni del loro passaggio, luoghi sepolti dal tempo o abbandonati a loro stessi. Tombe, ipogei, cunicoli idraulici: queste opere dimenticate affascinano e arricchiscono la nostra terra. In questo articolo parleremo con Giannicolombo Gualerni, uno degli Esploratori Veientani che cercano di riportare alla luce la bellezza di questo territorio.
Gli Esploratori Veientani
Tanto territorio, tanto valore e persone con la voglia di scoprirlo: così nasce il gruppo senza scopo di lucro degli Esploratori Veientani. Ricercare e valorizzare le bellezze naturalistiche, storiche e archeologiche dell’Agro è la loro missione; a guidare il gruppo l’amore per il territorio. E tra la vegetazione hanno riportato alla luce numerosi luoghi di interesse, tra ipogei, cunicoli idraulici e tombe, protagonisti dell’epoca etrusca, romana e medievale. Come gruppo, hanno anche progettato e realizzato diversi cammini, tra cui il Cammino di San Silvestro e Costantino e il Cammino del Sole. In questo articolo abbiamo seguito Pietro Macri (di Roma), Francesco Braghetta (di Formello), Giannicolombo Gualerni (di Sacrofano), Luigi Perini (di Castelnuovo di Porto) e Marco Ceci (di Magliano Romano), che ci hanno raccontato del dedalo di cunicoli idraulici etruschi che si estende per ventitré chilometri. Gli Esploratori hanno ripercorso i passi degli studiosi inglesi della British School.
Cunicoli idraulici etruschi: capolavori di ingegneria sotterranea
Risalenti all’800-400 a.C., questi intricati tunnel rappresentano non solo un viaggio nel tempo, ma anche una profonda immersione nello spazio sotterraneo. Scavati con precisione attraverso il tufo granulare, i cunicoli avevano una funzione primaria nel drenare le vallate e catturare le acque sorgive. Tuttavia, la loro utilità non si limitava al semplice drenaggio del terreno. Essi servivano anche a irrigare i campi, fornire l’acqua per scopi domestici e urbani, e, in alcuni casi, fungere da sottopassaggi o ponti lungo le antiche vie.
La forma ogivale dei tunnel, alti da 1,6 a 1,8 metri e larghi da 60 a 70 centimetri, testimonia la perizia degli antichi scavatori.
La costruzione dei cunicoli seguiva un iter ben studiato.
- Si partiva costruendo i “pozzi di servizio” con dimensione di circa 1-2 m., intervallati a 40-60 m.
- Attraverso essi, si raggiungeva la base del cunicolo preventivamente studiato. Vi si dava la pendenza desiderata e vi si immetteva l’aria necessaria per la sopravvivenza durante i lavori.
- A seconda della lunghezza, vi lavoravano una o più squadre che partivano da monte e da valle, per poi incontrarsi lungo l’itinerario. Quando l’incontro non si verificava, venivano realizzati degli scavi correttivi in corrispondenza dei disallineamenti.
- I pozzi di servizio permettevano infine il trasporto dei materiali risultanti dello scavo e l’ispezione del cunicolo stesso a lavoro ultimato. Sulle pareti parallele più vicine venivano scavati piccoli gradini (pedarole) per consentire allo scavatore un accesso comodo al cunicolo. Talvolta le pareti presentavano nicchie, appoggi o un canaletto per la raccolta delle acque filtrate.
I cunicoli idraulici etruschi di Sacrofano
Cunicolo Mapello (225 m): territorio del Comune di Sacrofano a confine con il territorio di Roma.
Cunicoli Costa Domaccia (175 m): Nord Ovest del Comune di Sacrofano.
Cunicolo Mezzopane (200 m): territorio nel Comune di Sacrofano.
Cunicolo Capecchio (295 m): a nord di Sacrofano, a confine con Campagnano di Roma e Magliano Romano.
In questo intricato e affascinante viaggio nel tempo e nello spazio sotterraneo, i cunicoli idraulici etruschi emergono come testimonianze viventi della genialità delle antiche civiltà. Ma non sono di certo gli unici segni del passato presenti nell’Agro Veientano. È proprio grazie a gruppi come quello degli Esploratori Veientani che la memoria delle opere antiche può essere portata avanti. Per scoprire di più sul loro affascinante viaggio nel tempo, vi invitiamo a visitare il loro sito web www.agerveientanus.com e la loro pagina Facebook.
Articolo scritto in collaborazione con Alice Bizzarri.