Una scritta greve di misoginia spazzatura, stagliata in un contesto di segni slabbrati. Una schifezza metropolitana tra le tante sparse per i viadotti della Capitale. Ha troneggiato per 10 anni sotto il viadotto della Tangenziale di Via della Farnesina, ma da mercoledì non c’è più.
Al suo posto un “murale” con tre donne che è un inno alle femminilità e con un figura centrale che rimanda alla Venere di Botticelli. Un cambio epocale, la bellezza che vince sul degrado.
Il lavoro è stato eseguito dai ragazzi allievi dell’Accademia delle Belle Arti di Roma a conclusione di un corso e guidati da Maupal, esponente della Street art tra i più noti nella Capitale e nel mondo.
Un lavoro corale e bellissimo
“Sulla parete della tangenziale le lezioni sono diventate azione corale – racconta l’assessore alla scuola e cultura del XV Municipio Tatiana Marchisio – un’alchimia tra scuola, territorio, giovani e artisti che ha prodotto l’idea di sostituire quella scritta e quell’accozzaglia di segni in un’opera ariosa e bellissima. Domenica i ragazzi hanno ripulito la parete e poi in tre giorni hanno realizzato il lavoro che avevano immaginato”.
Un inno alle donne
Da mercoledì è un altro vedere, e su quel muro c’è un messaggio opposto a quello che c’è stato per lunghissimi anni, letto da milioni di persone magari sorridendo. Non riportiamo il testo della frase per scelta, potete leggerla nelle foto.
“In molti trovavano quella frase sotto il viadotto della Farnesina goliardica e capace di suscitare un sorriso – dice il presidente del XV Municipio Daniele Torquati – invece era un’offesa che attraverso i sorrisi era entrata a far parte del senso comune. Non era accettabile e così abbiamo accolta la proposta degli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Roma e Maupal. L’opera che hanno realizzato indica una via per migliorare la città dare spazio alla forza dei giovani e al potere dell’arte per recuperare spazi urbani”.