Il Comune di Nerola sta per essere dichiarata “zona rossa” e sarà presidiata dagli uomini dell’Esercito. Il Prefetto di Roma, dopo aver sentito la Regione Lazio ha firmato il decreto che chiude dentro una fitot cordone di sicurezza tutto territorio del comune della provincia romana sulla Salaria. A partire da domani 26 marzo, per i residenti di Nerola, sarà vietato allontanarsi dalla città, e per tutti gli altri sarà vietato entrarvi. Verranno bloccati tutti gli uffici e gli spazi pubblici, tutte le attività commerciali ad eccezione di quelle fondamentali come alimentari e farmacie, verrà fermato il trasporto pubblico locale, e sarà vietato uscire di casa anche per recarsi al lavoro. Nelle prossime ore arriverà in loco un contingente militare dell’Esercito Italiano a controllo dell’effettivo blocco dei flussi.
All’interno casa riposo, due decessi, 56 contagiati, 16 tra il personale
A causare il provvedimento la situazione riscontrata all’interno della casa di riposo Maria Immacolata, isolata da oltre 24 ore per l’espandersi dei contagi da Coronavirus. Un anziano è morto nella notte a causa di Covid-19, mentre un altro ospite della residenza è stato trasferito in ambulanza presso l’ospedale San Camillo De Lellis di Rieti. Da quanot riporta l’Agi da questa mattina i vertici della Asl Rm5, hanno preso il controllo della struttura dopo che gli esami epidemiologici effettuati nelle ore scorse hanno confermato la presenza di 56 anziani contagiati all’interno della residenza, e di 16 persone risultate positive al test Covid-19 tra il personale della stessa. Gli anziani della casa di riposo sono stati trasferiti nelle strutture ospedaliere della Regione Lazio che hanno dato disponibilità all’accoglienza. Un primo gruppo di persone è già pronto ad essere trasportato presso l’ospedale Sant’Andrea di Roma, mentre gli altri ospiti della residenza verranno trasferiti nel corso della giornata. Continuano, nel frattempo, le indagini epidemiologiche su almeno altri due decessi avvenuti all’interno della residenza sanitaria nelle ultime 48 ore, il cui collegamento con l’esplosione del Coronavirus non è però ancora nè accertata nè confermata. Secondo l’accusa di Fratelli d’Italia soltanto grazie alle pressioni del Sindaco si è riusciti, con notevole ritardo, a effettuare i tamponi sui pazienti e sul personale della struttura. Sarebbe stato sufficiente farli all’insorgere del primo caso di positività, che a quanto risulta risalirebbe alla scorsa settimana.