Arriva alla chetichella una tassa in più sui rifiuti. 

La Regione Lazio ha stabilito che i Comuni dovranno pagare il 5% in più a tonnellata per la quota  di indifferenziata trasferita in discarica fuori dall’Ato di riferimento. Il provvedimento, delibera 448 del 2022 approvata il 14 giugno, è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale. “Tutti i comuni – recita il testo – che conferiscono i propri rifiuti urbani indifferenziati presso impianti di trattamento TM/TMB/TBM siti al di fuori dell’ATO di appartenenza, sono tenuti a corrispondere un’addizionale pari al 5 % dell’importo della tariffa di accesso all’impianto”. Ma la sovrattassa si paga sempre e comunque. Il testo infatti precisa che “in base al successivo destino degli scarti del trattamento laddove gli impianti TM/TMB/TBM conferiscono gli scarti discariche ubicate nel medesimo ATO di appartenenza”, il balzello si paga lo stesso. L’importo sarà corrisposto dalle aziende di raccolta che poi lo tarifferanno alle amministrazioni comunali.

I Comuni finanziano Citta Metropolitana e Province

C’è da immaginare che queste, già dal prossimo anno, saranno costrette a recuperarlo dai cittadini con aumento della Tari.  In questo modo i comuni, paradosso dei paradossi, finanziano le province e la Citta Metropolitana di Roma. I denari raccolti andranno infatti a rimpinguare le esangui casse di questi enti intermedi non votati dai cittadini. Nel caso che l’indifferenziato venga conferito in impianti entro i confini dell’Ato, Palazzo Valentini avrà il 100% dell’importo,  se invece la discarica è in altra provincia, riceverà il 40%. Il restante 60% andrà alla provincia di destinazione. Insomma tocca ai comuni pagare l’Ente intermedio  che i cittadini  non votano.

Ma a che serviranno queste risorse carpite ai malconci bilanci comunali? Qui la delibera entra nel vasto campo del generico “Serviranno“ per favorire iniziative di miglioramento e potenziamento delle raccolte differenziate e di chiusura del ciclo, nel rispetto delle competenze alle stesse attribuite, ovvero anche per far fronte alle attività conseguenti all’aggiornamento della propria pianificazione di settore a livello di area vasta”. Insomma serviranno per finanziare quello che le province dovrebbero fare per legge. 

Provvedimento è retroattivo, vale dal 1 gennaio

L’addizionale è dovuta anche nel caso in cui i Comuni conferiscano i propri rifiuti urbani residui dalla raccolta differenziata presso impianti di trattamento che, sebbene siti nell’ATO di appartenenza, conferiscono i propri scarti del trattamento in discariche regionali ubicate in un altro ATO; in tal caso l’addizionale sarà applicata alla quota di scarto conferita in discarica e rapportata alla tariffa di accesso alla discarica stessa”.  Il provvedimento è retroattivo e vale dal 1 gennaio scorso. Ma i Comuni hanno già approvato bilanci. Dovranno correre ai ripario..

Una tassa tardiva che peserà sui bilanci comunali e sulla Tari

Per molti centri questa tassa tardiva costituirà un problema in più. Per il sindaco di Magliano  Romano, Francesco Mancini, “è un ulteriore sopruso  che creerà problemi soprattutto ai piccoli comuni. Dobbiamo pagare senza avere nulla in cambio”.

Per Riccardo Travaglini, riconfermato sindaco di Castelnuovo di Porto, “la decisione è impugnabile perché retroattiva. Sembra  una sorta di punizione per i  Comuni che non vogliono la discarica”. Per i tanti centri “ricicloni” della nostra area e per i cittadini impegnati ad incrementare la raccolta differenziata, invece, suona come una demotivante beffa.

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