I venti della globalizzazione, il mondo contemporaneo sempre più interconnesso, la crisi finanziaria che viviamo, hanno mostrato quanto sia importante conoscere alcuni aspetti del mondo della finanza.
Negli ultimi anni si sta parlando sempre più di educazione finanziaria e della sua importanza, purtroppo ancora si sta facendo poco a riguardo.
Che l’Italia fosse maglia nera in questo campo non è certo una novità.
Un’indagine OCSE, Organizzazione per la Cooperazione e Sviluppo Economico, hanno evidenziato come l’Italia sia dietro a molti paesi sviluppati per quanto riguarda l’educazione finanziaria e mostra un paese impreparato ad affrontare un periodo difficile come quello che stiamo vivendo.
Questo ritardo oggi va colmato. La pandemia lo ha dimostrato.
Un sondaggio Doxa, importante azienda italiana di ricerche di mercato, condotto solo pochi mesi fa, ci dice che dopo l’emergenza sanitaria sei famiglie italiane su dieci si trovano in difficoltà.
Il 30,7% delle famiglie interpellate, quindi tre su dieci, avrebbe difficoltà ad affrontare una spesa imprevista di duemila euro, come ad esempio la riparazione dell’auto, l’acquisto inaspettato di un elettrodomestico, una spesa medica, o emergenze simili. A vivere questa difficoltà sono in particolare i giovani con un’età compresa tra i 18 e i 34 anni, le donne, i residenti al Sud e nelle Isole.
L’indagine rivela però che disporre di solide conoscenze finanziarie può fare la differenza: il 49,5% di coloro che dichiarano di possederle sarebbe capace di gestire una spesa improvvisa di duemila euro, contro il 27,7% del campione meno alfabetizzato.
Evidenziamo questo dato che emerge dall’indagine: chi dispone di solide conoscenze finanziarie è anche meno fragile finanziariamente, chi ha maggiore alfabetizzazione finanziaria arriva più facilmente alla fine del mese e sa affrontare meglio uno stress grande ed improvviso, come quello ad esempio dovuto al Covid-19.
Dedichiamo tempo per imparare nuove cose: una nuova lingua, una nuova applicazione, una nuova ricetta. Come mai non facciamo lo stesso quando si tratta di ottenere un’adeguata informazione finanziaria, sottovalutando la sua importanza?
La pandemia potrebbe rivelarsi l’occasione ideale per fare un grosso passo in avanti. Per l’incertezza che avvolge le nostre vite e l’impossibilità di spendere i soldi in viaggi, nei ristoranti o al cinema, la propensione al risparmio degli italiani è aumentata a dismisura. E infatti la liquidità depositata in banca è esplosa negli ultimi mesi, sfondando quota 1.700 miliardi secondo l’Associazione bancaria italiana. Il motivo è banale: gli italiani non conoscono le alternative al conto corrente, che oggi costa più di quanto rende. Imparare le regole base della finanza servirebbe anche a questo: sapere come investire i risparmi in modo altrettanto sicuro ma più fruttuoso. Così anche questa crisi diventerebbe un investimento.
L’emergenza sanitaria terminerà, certo, e ci auguriamo tutti al più presto. Il coronavirus ci ha mostrato molte nostre fragilità, con cui conviviamo senza esserne consapevoli, perché riteniamo che colmare certe mancanze non ci porti vantaggi. Ma ne siamo sicuri?
Nel caso di una conoscenza finanziaria assente o insufficiente, i rischi e i costi possono essere molto elevati non solo per il singolo individuo ma anche per la sua famiglia e per l’intero sistema.
Sapere come funzionano determinati meccanismi ci aiuta a fronteggiare con successo le sfide che la nostra vita quotidiana ci presenta.
Facciamo qualche esempio pratico.
Il costo del denaro.
Essere informati sul costo del denaro come può esserci utile?
Ci permette di capire quanto è conveniente o meno chiedere un finanziamento o un mutuo. Quante volte ci siamo chiesti se era il momento giusto?
Investimenti immobiliari.
Cosa vuol dire che non convengono più? Quante volte lo sentiamo dire da nonni, genitori o amici?
Eppure hanno fatto la fortuna dei risparmiatori italiani del secondo dopoguerra.
Il settore immobiliare ha mostrato e continua a mostrare grandi limiti:
tasse elevate, minacce di nuove imposte, costi di manutenzione. Tutti questi aspetti rendono difficile sostenere i costi di proprietà. Ancora più difficile è rivendere con profitto.
Affittare? Il rischio di mancati pagamenti è sempre maggiore.
Oltre quello immobiliare, quale investimento considerato a rischio minimo, oggi ha cambiato faccia?
Si, proprio loro! I titoli di Stato.
Anche quelli a medio e lungo periodo hanno da tempo smesso di essere vantaggiosi.
Venti anni fa i rendimenti erano alti. Oggi sono un lontano ricordo, oggi si rischia di non superare la soglia dell’inflazione (prossima allo zero) o perfino di erodere il capitale tra tasse e commissioni.
Questi esempi denotano quanto tutto cambia e oggi come non mai i cambiamenti avvengono ad altissima velocità.
Accrescere le conoscenze base sulla gestione e programmazione delle risorse finanziarie, personali e familiari, su temi previdenziali e assicurativi è fondamentale, soprattutto in un periodo storico come quello attuale.
Tratteremo questi temi nei prossimi articoli, perché saperne di più ci tutela.
Rendiamo le nostre scelte consapevoli e agiamo per migliorare il nostro stato e il nostro livello di protezione.