Si è svolto da martedì 5 a sabato 9 febbraio il 69o Festival della canzone italiana. I 24 cantanti in gara, tra i fiori e una pioggia di stelle filanti, il lunedì precedente la kermess musicale, hanno sfilato sul red carpet fuori dal teatro Ariston.
Gli ingredienti ci sono tutti: le canzoni, gli abiti sgargianti, le polemiche, i super ospiti, una flotta di giornalisti, il prima e il dopo festival.
E che lo show abbia inizio!
Non prima, però, di aver fatto pellegrinaggio in corso Matteotti, per toccare la statua del re indiscusso del Festival di Sanremo, Mike Bongiorno, protettore dei cantanti. Curiosi visitatori si affollano intorno alla sua statua, ma soprattutto i cantanti alla ricerca di un segno di benevolenza per l’esibizione. Quest’anno il Festival si è arricchito di un’altra statua in bronzo, esposta davanti all’ingresso del Teatro del Casinò, ovvero la statua di Lucio Dalla seduto su una panchina, un mito della canzone d’autore italiana.
Tra i cantanti, i più scaramantici affidano le loro speranze ad amuleti, portafortuna e piccoli riti poco prima dell’esibizione sul palco. C’è chi ha con se un rosario, chi indossa collane o ciondoli, addirittura chi fa gli squat o tocca parti del corpo “propiziatorie”. Vincere la manifestazione canora più importante d’Italia non è solo una questione di fortuna, ma come diceva il maestro Eduardo De Filippo “Credere alla superstizione è da stupidi. Non crederci porta male“.
Che lo si ami o che lo si odi, per 5 giorni il Festival di Sanremo catalizza a se l’attenzione e l’interesse, non solo di chi vive di musica, ma del paese intero e non ce n’è per nessuno.
La piccola città dei fiori diventa l’ombelico del mondo, orde di fans assetati di selfie si riversano tra il porto ed il centro, alla spasmodica ricerca del proprio idolo.
Sì, perché non c’è nulla di più facile, in questa settimana, che incontrare questo o quel cantante o un qualsivoglia personaggio famoso mentre sorseggia un aperitivo al tavolo accanto.
Tutta la città diventa un enorme palcoscenico dove chiunque può esibirsi. Dietro ad ogni angolo di strada si può essere sorpresi dalla musica di un’orchestra o da una sfilata folkloristica, artisti, saltimbanchi o dai numerosi sosia, difficile distinguerli dagli originali! Le notti non finiscono mai, dopo l’esibizione canora all’interno dell’Ariston, ristoranti, locali e pub si riempiono; e di nuovo le strade brulicano di gente in festa sino alle prime luci dell’alba. Un mix che riesce a rendere l’atmosfera magica e surreale al tempo stesso.
Grazie all’intenso dispiegamento delle forze dell’ordine, nonostante la quantità di persone che ogni anno invade Sanremo, la situazione viene gestita in modo eccellente, tanto da garantire la massima sicurezza ai vip, ai fans e agli abitanti.
Di tempo ne è passato da quel primo Sanremo del 1951 che vinse Nilla Pizzi, oggi il festival ha compiuto 69 anni ma non li dimostra, si è rifatto il look, strizza l’occhio ai millenials e attraverso i social network si può commentare, criticare ed interagire.
I cantanti diventano presentatori e i comici vestono i panni di conduttori, ma tutti, proprio tutti cantano; tutto diviene musica, le note scorrono a ritmo veloce e questo è l’importante.
Il vincitore c’è, si spengono i riflettori, cala il sipario e tutto il resto è storia, nell’attesa del prossimo anno.
Rebecca LB