Pericle Odierna è compositore originale, sensibile e profondo. L’ho conosciuto anni fa e da allora lo seguo nel suo prosperoso cammino musicale, che è capace di mettere a pentagramma ogni sfioro d’esistenza. Quando nel 2020 è stato insignito del “Globo d’Oro” non sono rimasto sorpreso. Il suo è talento puro. E la purezza delle sue note è davvero un’Itaca continua verso la conoscenza.

Pericle, dall’Inghilterra a Morlupo. Da quando vivi in questo territorio? Quali le ragioni che ti hanno portato in questo quadrante di terra a nord di Roma? “Tra l’Inghilterra e Morlupo è importante ricordare la mia adolescenza vissuta a Sarno, in provincia di Salerno, città di origine dei miei genitori. Mi sono formato musicalmente in quel territorio, studiando al Conservatorio di Stato di Salerno e nutrendomi di tutta la musica e di tutte le tradizioni popolari dell’agro sarnese-nocerino. Ho poi scelto di vivere a Montelarco, quindi tra Rignano Flaminio e Morlupo, perché affascinato dalla bellezza delle campagne a ridosso della Flaminia. Spazi immensi tra una cittadina e l’altra. Così non è nell’hinterland napoletano alle falde del Vesuvio. Non vi è separazione tra le città. È un unico grande agglomerato urbano. Ho sentito fin da subito una attrazione, una empatia vibrazionale per questo posto… ed eccomi qui, da quasi venti anni”.

Hai saputo dell’ipotesi discarica dei rifiuti a Magliano Romano? Quale il tuo parere in merito? “Si, certo ho saputo e seguo l’evoluzione. So di ricorsi al Tar che tentano di   bloccare l’iter autorizzativo ed è ciò che mi auguro avvenga, come i tanti cittadini delle aree interessate. Non è forse questa un’area soggetta a fattori escludenti di tutela integrale? Tra le tante altre cose, questa area è limitrofa al Parco di Veio… Per come sono concepite e organizzate le nostre discariche il sito di Magliano Romano è tra i luoghi meno adatti”.

La questione rifiuti è il tema dei temi per la Capitale. Pare che per risolvere la questione non ci siano altre soluzioni se non la “discarica”. Possibile mai che, dopo tutto ciò che Malagrotta ha significato in termini di devastazione ambientale e sanitaria, si continui a parlare ancora di discarica? “Perché per anni si è trascurato di impegnarsi seriamente e fattivamente in primis alla riduzione della produzione di rifiuti e poi alla razionalizzazione degli imballaggi e ad una diffusa e capillare raccolta differenziata su tutto il territorio italiano. Una differenziata pro riuso e tendente al recupero dei materiali. Purtroppo, siamo anni indietro rispetto ad altre realtà europee”.

Secondo te, da uomo di Cultura, quanto questa può contribuire a sensibilizzare i le persone su questioni come queste? “Vorrei citare la frase di un grande politico e scrittore, Antonio Gramsci, che esprime perfettamente il mio pensiero: ‘Cultura, dice Gramsci, non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri, cosicché essere colto, essere filosofo… lo può chiunque voglia’.

Pericle, quale colonna sonora dedicheresti ai politici che parlano di discarica? “Non solo dedicherei ma “lancerei”, a mo’ di volume da discoteca, uno dei brani della colonna sonora del film ‘Profondo Rosso’, proprio con il brano omonimo, non a caso scritto da Claudio Simonetti a capo dei Goblin e cittadino da una vita di questi nostri stessi luoghi”.

Nel 2020 sei stato insignito del premio Globo d’Oro per la miglior colonna sonora per il film “Picciridda”. Quale emozione hai provato quel giorno di vittoria? E quanto, e se, quel premio ha cambiato la tua vita? “Emozioni diffuse. Emozioni anche diverse tra di loro. Una sorta di percezione sinestetica amplificata. Prima di tutto la meraviglia. Non mi aspettavo il premio. La sola candidatura, insieme ai Maestri Piovani e Biscarini, era già tanta cosa. Non mi aspetto premi quando scrivo musica per il cinema. Il ‘Globo d’Oro’ arriva come consapevolezza di avere fatto un buon lavoro al servizio della pellicola, quindi se arriva un riconoscimento così importante (la colonna sonora di Picciridda è stata votata da 300 giornalisti in tutto il mondo) la cosa mi gratifica senza limiti. La mia vita continua ad essere quella di sempre… di dedizione assoluta alla musica. Questa richiede un’attenzione e uno studio continuo. Si dice ‘essere sul pezzo’ e quindi non posso permettermi, per così dire, distrazioni”.

A cosa stai lavorando adesso? “Progetti in progress di alcune colonne sonore. Un film internazionale, una docufiction e il sempre presente diPinocchio e la sua favola”, una mia composizione per voce recitante e orchestra che, dal 2018, portiamo in giro in collaborazione con le Fanfare dei Carabinieri d’Italia”.

Nel panorama dei compositori italiani di colonne sonore per il cinema e più in generale per le immagini, sei un punto di riferimento importante a livello internazionale. Quanta gavetta e quanti sacrifici per arrivare a questo punto? “Non vorrei sembrare retorico ma la gavetta è davvero tanta e fondamentale. Gli studi accademici per diplomarmi in clarinetto e poi gli studi di composizione, le esperienze più disparate dalla banda alle orchestre, i concerti cameristici, l’opera, le innumerevoli partecipazioni come strumentista in incisioni discografiche e con artisti molto diversi dal pop al jazz. La scrittura per il teatro, il cinema, le rassegne concertistiche. Tutto questo, anche l’evento apparentemente più insignificante, oggi, concorre alla mia scrittura in senso assoluto e per il cinema, alla mia poetica”.

Tu scrivi musica per il cinema, la televisione e il teatro… come adatti lo stile della tua scrittura e quanto cambia la tua musica per ognuno di questi ambiti? “La musica cambia rispetto a cosa devi sonorizzare. Posso scrivere per una commedia teatrale buffa o per un dramma e per il cinema e per la televisione, per un film di fantascienza oppure ambientato nel medioevo. Cambia sempre, però resta un punto fermo la mia modalità, il processo di accesso, il modo con cui arrivo a determinare una mia chiave di lettura. Adotto lo stesso principio e modus operandi per le varie espressioni”.

Tornando alla questione dei rifiuti. Pericle, sei pronto a dare una mano alla mobilitazione popolare, nel caso in cui il pericolo discarica si faccia sempre più reale, sotto lo slogan “Basta discariche: né qui e né altrove”? “Sono qui ad urlare con tutti e in coro: ‘Basta discariche, né qui e né altrove!’.

Un urlo, magari musicato come Pericle sa fare bene, tanto corale, quanto forte e determinato. A tutela dell’ambiente e della salute.

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