Il Fringe di Roma diretto da Fabio Galadini, è il Festival del teatro indipendente, un Festival che parte dal basso perché si basa sulla convinzione che tutti, al di là del sostegno pubblico possano e debbano creare ogni giorno per tutto l’anno. Un atto di creatività che non si ferma, che non si arrende e che con tenacia, continua superando tutti gli ostacoli restando fedele a se stesso.
Torniamo a parlare di Fringe partendo da questa riflessione potente. Un festival che ha ridisegnato negli anni i confini della cultura critica ed estetica del teatro di qualità da offrire al pubblico romano e non solo.
Abbiamo approfondito questo tema nell’intervista a Fabio Galadini, direttore del Roma Fringe Festival 2023 e lui stesso ci ha ribadito che lo spettacolo dal vivo nel nostro paese, in particolare il teatro, è chiuso dentro un sistema che ne limita la creatività e l’invenzione. Spesso si è costretti a virare il proprio lavoro, la propria proposta estetica e poetica in un sistema governato dal cosiddetto “mercato”. Questa silente oppressione non dipende dal pubblico il quale fa il suo lavoro da sempre, ma da chi pur di rincorrere il mercato, costringe ad uniformarsi. Penso alle giovani compagnie che spesso propongono soluzioni inedite a visioni contemporanee proprio perché sono fuori dal mercato ma che appunto per questa loro condizione non possono incontrare pubblici numerosi. Quando questo accade cioè quando le giovani proposte si fanno spazio sui palcoscenici più accreditati è per tutti noi una grande soddisfazione, per loro innanzitutto e poi anche per chi crea le condizioni affinché tutto ciò accada. Il Roma Fringe Festival è proprio questo: una formidabile vetrina per chi fuori dal giro, presenta progetti che ci consegnano una reale visione del presente.
“Un atto di creatività che non si ferma”: come si è modificato il rapporto della Capitale con questo importante Festival, negli anni? Il Teatro è una grande lente di ingrandimento sulla vita che viviamo e il modo in cui ci relazioniamo con gli altri. Praticarlo con assiduità ci permette di essere vigili e attenti su ciò che accade intorno a noi. E’ un grande e necessario esercizio di vita. Il Fringe di Roma è stato il primo fringe introdotto in Italia e questo lo si deve all’intuizione di Davide Ambrogi e Marta Volterra. Nel corso delle 10 edizioni romane il Festival è cresciuto in numeri e in partecipazione divenendo un appuntamento atteso e riconosciuto sul piano nazionale. Quest’anno il Fringe romano parte dalla sua casa naturale cioè il Teatro Vascello e si allarga ad altri tre teatri tra i più importanti della capitale. Grazie a questa collaborazione il Festival coinvolge quattro Municipi aumentando di fatto la presenza nella città con il conseguente aumento della partecipazione.
Non solo soddisfazioni ma anche momenti difficili da affrontare e Fabio ci spiega come il Roma Fringe Festival nel corso degli anni abbia ottenuto significativi successi assestandosi come uno dei maggiori appuntamenti romani dedicati al Teatro. Le difficoltà, soprattutto in questi ultimi anni, non hanno impedito di raggiungere obiettivi ragguardevoli tenendo conto soprattutto del fatto che l’intera organizzazione si regge solo sul loro lavoro senza percepire un solo centesimo di contributo pubblico. E’ una sfida che vogliamo continuare a perseguire, sottolinea inoltre, perché riteniamo che ogni spazio libero non debba avere vincoli di alcun genere. Il Roma Fringe Festival è il luogo della libera espressione aperto a tutti senza distinzione di sorta.
Fabio, il suo personale invito a seguire il Roma Fringe Festival 2023 quale potrebbe essere? L’invito a partecipare al Roma Fringe Festival è esteso a tutti coloro i quali vogliono presentare il proprio lavoro senza limiti in uno “spazio” qualificato professionalmente. Una grande vetrina internazionale che quest’anno, oltre al Teatro Vascello, vede coinvolti anche il Teatro Parioli e La Sala Umberto. Una grande possibilità di mostrare il proprio lavoro ed una opportunità di far crescere il proprio progetto in una tournée nazionale. Il Fringe è una grande famiglia internazionale fatta di relazioni, creatività e fantasia e di confronto. Quest’anno inoltre le Compagnie selezionate avranno la possibilità di confrontarsi con il pubblico parlando del proprio lavoro in uno spazio aperto al Teatro Trastevere.
Ringraziamo i direttori: Alessandro Longobardi per la Sala Umberto, Michele Gentile per il teatro Parioli, Marco Zordan per il teatro Trastevere che hanno accolto con entusiasmo il nostro progetto, e naturalmente per il Teatro Vascello Manuela Kustermann che presiederà la giuria della Finale, e i direttori della rete dei teatri Zona Indipendente. Un ringraziamento alla Fondazione Alessandro Fersen per il significativo supporto e a Katia Ippaso che presiederà la giuria della Stampa. Il 2023 è l’anno di un nuovo respiro e delle grandi idee.