Sabato 26 giugno, in occasione del trigesimo della scomparsa di Antonio Dell’Aquila, Rignano Flaminio ricorda l’uomo di teatro e di cultura, ma anche l’amico premuroso, il cittadino attento e critico, il professionista disponibile ma implacabile.
Lo fa in modo semplice e informale come crediamo avrebbe amato lui, sempre pronto a indossare i panni del mattatore anche fuori dai teatri, nelle manifestazioni sulle piazze o a cena con gli amici.
Lo fa dopo la messa, celebrata da don Augusto Mascagna, nella corte antistante la Chiesa della Collegiata, un luogo che gli era molto caro e che considerava un teatro naturale degno di essere valorizzato. Proprio in prossimità di quella corte, c’è anche un teatrino parrocchiale in cui aveva messo in scena, con grande successo, il suo primo spettacolo rignanese, “Prove in questura”, poi seguito da molti altri.
Lo fa, infine, con le parole e le letture degli amici, fra cui l’infaticabile Claudia Antoccia, e dei collaboratori. Delle persone che hanno lavorato (la scelta del termine non è casuale) con lui nelle tante opere teatrali messe in piedi nel teatrino parrocchiale prima, e al Teatro Paladino poi, ma anche negli spettacoli che ha organizzato nei diversi comuni della nostra area, da Morlupo (presso la Bottega d’Arte di Marianna Mariotti) a Riano, con la Ludus Tonalis di Sara Dominici, a Faleria, con l’assessore alla cultura Nicola Rinaldi.
Antonio era infatti una persona amata e ricercata in tanti Comuni della nostra area, e tutta l’area serba di lui un affettuoso ricordo. L’iniziativa di Rignano, il paese in cui era residente, è solo la prima di una lunga serie. Grazie Antonio, della tua passione e del tuo impegno. Ci hai insegnato molto.