Una persone con i volto coperto da una mascherina protettiva si sottopone alla misurazione della temperatura con un termoscanner all'entrata del Palazzo di Giustiza di Napoli, 27 Aprile 2020. ANSA/CESARE ABBATE/

Da ieri, mercoledì 3 giugno, Roma è tornata ad accogliere viaggiatori e turisti, ma l’allerta rimane alta. Soprattutto, spiega in un’intervista rilasciata al Messaggero l’assessore regionale alla Sanità D’Amato, perché “non sappiamo quanti asintomatici circolino e il virus è ancora desto“.

Roma, ricorda l’assessore, “è uno snodo nevralgico del Paese per i collegamenti e da e verso l’estero, perciò abbiamo chiesto ulteriori garanzie”.

Ai viaggiatori, infatti, verrà misurata la temperatura non solo alla partenza, ma anche all’arrivo. Un doppio controllo per essere sicuri di non fare entrare turisti e viaggiatori infetti (almeno quelli che presentano sintomi) all’interno della città. Chi verrà trovato con una temperatura superiore a 37,5 gradi dovrà fare un test sierologico e poi un tampone: al drive-in del San Giovanni per chi arriva a Termini, al poliambulatorio Santa Caterina della Rosa per chi arriva a Tiburtina. Per coloro che avranno bisogno di stare in isolamento la Regione ha attivato una convenzione con l’albergo Domus Sessoriana di piazza Santa Croce in Gerusalemme.

 

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