Inizia a crollare il muro delle barriere architettoniche sulla ferrovia Roma nord. Da lunedì 1 febbraio, come riferito da una nota dell’Associazione Trasportiamo, “saranno attivati tre elevatori motorizzati acquistati dalla Regione Lazio, per garantire ai passeggeri in carrozzina di salire/scendere dai treni della ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo, con o senza accompagnatore”.

Per un diritto, 7 anni di lotta e due sentenze

A questo risultato che dovrebbe essere ordinarissima amministrazione si è arrivati però dopo ben 7 anni di lotte da parte dei cittadini singoli e associati e due sentenze  della magistratura. Racconta l’Associazione nel suo documento: “Dopo circa sette anni di battaglie, mediatiche e legali, a fianco della signora Maria Cristina Abballe e di suo figlio Alessandro, simboli della lotta contro le barriere architettoniche, il processo di normalizzazione e di integrazione sociale della tratta extraurbana compie, finalmente, un importante passo in avanti. Il servizio sarà presente nelle stazioni di Piazzale Flaminio, Rignano Flaminio – dove risiede Maria Cristina – e Civita Castellana, dotate banchina a raso, ugualmente alle altre stazioni/fermate extraur-bane. E deve essere richiesto dall’utente ad Infomobilità, attraverso i canali convenzionali, almeno 48 ore prima dell’utilizzo e solo, ovviamente, per le stazioni nelle quali lo stesso è attivo”.

E’ un poco ma si confida sia solo l’inizio.

L’Associazione Trasportiamo: il servizio venga esteso ad ogni fermata

“Ci auguriamo – scrive l’Associazione – che il servizio venga esteso al più presto, lasciare scoperta per esempio la stazione di Viterbo è per noi un controsenso, considerata la sua importanza e la distanza che la divide da Civita, circa 40 chilometri”.

I sollevatori erano previsti fin dal 2013, ci sono voluti sette anni, parcelle ad avvocati e spese di istruttoria per ben due processi. Ha un senso tutto ciò?

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