Nasce a Roma il primo spazio polifunzionale sull’autismo, all’interno di un immobile confiscato alla criminalità organizzata. Dopo lo sgombero la villa è stata assegnata, tramite bando della Regione Lazio, all’Associazione nazionale Soggetti Autistici (ANGSA Lazio) costituita da genitori e familiari e tutori di persone con spettro autistico.
Una grande vittoria dello Stato e della legalità: per la prima volta un immobile confiscato al clan dei Casamonica arriva alla conclusione del percorso dal sequestro e al riutilizzo sociale. Una sfida vinta grazie alla cooperazione e alla collaborazione tra istituzioni: Regione Lazio, Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati, Procura, Prefettura e tutte le Forze di Polizia.
La storia. La Regione Lazio nell’ottobre del 2016 ha chiesto all’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati la villa, confiscata nel 2009 e sgomberata nel febbraio del 2017, per iscriverla al proprio patrimonio indisponibile ai fini del riutilizzo sociale. A seguito dello sgombero da parte della Polizia di Stato, la Regione per evitare la vandalizzazione dell’immobile ha custodito la villa con la vigilanza di guardie giurate e pubblicato il bando pubblico per l’assegnazione vinto dall’ANGSA con un progetto sull’autismo. Nel settembre del 2017 il Presidente Nicola Zingaretti, nel corso di una cerimonia pubblica, consegnò le chiavi alla Presidente dell’associazione Stefania Stellino, con un contratto di concessione in uso gratuito per le attività previste dal progetto.
I volontari dell’associazione hanno curato i minimi particolari per realizzare uno spazio condivisibile per tutti i cittadini, partendo dalle esigenze delle persone nello spettro autistico, ma non trascurando la disabilità motoria. E numerosi progetti sono pronti per partire: laboratori di ceramica, di teatro, lettura, cucina, informatica, e molte altre attività.
Il bene confiscato ospiterà un progetto d’eccellenza, dunque, che sarà un punto di riferimento per la rete di assistenza sull’autismo nel Lazio. Questa importante iniziativa non è un fatto isolato, ma parte di una strategia della Regione Lazio sul riutilizzo dei beni sequestrati e confiscati fondata sulla costruzione di un rapporto solido con l’Agenzia nazionale, di collaborazione con i Corpi dello Stato le istituzioni locali e tanti atti concreti come la recente approvazione da parte della Regione di 23 progetti di ristrutturazione di beni confiscati per i comuni del Lazio per un valore di 1,1 milioni di euro.
“Grazie a chi ha avuto il coraggio di tuffarsi in questa avventura: solo qualche anno fa sembrava utopia prendere un bene dai Casamonica, c’era paura, ma ci siamo riusciti. Dal punto di vista culturale tutto è cambiato, si tratta di una grande vittoria dello Stato e della legalità, perché per la prima volta un immobile confiscato al clan dei Casamonica arriva alla conclusione del percorso dal sequestro e al riutilizzo sociale. Una sfida vinta grazie alla cooperazione e alla collaborazione tra le istituzioni: Regione Lazio, Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati, Procura, Prefettura e tutte le Forze di Polizia” – il commento del presidente, Nicola Zingaretti.