di Maria Vittoria Massarin

Sanremo quest’anno regala sorprese più inaspettate del solito. Amadeus si dimostra ancora una volta un ottimo padrone di casa, abile nel coinvolgere il pubblico e nel farsi coinvolgere dagli ospiti. La seconda serata si conferma da record in tutto, conquistando circa 11.320.000 di spettatori e il 55,8 % di share.

La serata si apre con il doveroso tributo a Monica Vitti, scomparsa all’età di 90 anni qualche ora prima dell’inizio del Festival. Una standing ovation ha salutato “una delle più grandi attrici della storia del cinema italiano”, come ha ricordato dal palco dell’Ariston il direttore artistico.

Inizia poi ufficialmente la seconda parte della gara, con gli ultimi 13 big pronti a esibirsi per la prima volta in una staffetta di colori, commozione, “papaline” e “fantasanremo” urlati dal palco che hanno reso onore alla serata di apertura. Apre Sangiovanni, che si dimostra l’alterego “Fantasanremese” di Gianni Morandi, che lascia poi il palco ad Amadeus e a Lorena Cesarini, sua compagna di serata (e volto di Suburra), che commuove con un monologo contro il razzismo.

Racconta della gioia nell’aver ricevuto l’invito a condurre una serata del Festival, ma di aver scoperto di non essere una ragazza italiana come tante altre. Lei resta nera, anche se fino a quel momento nessuno “all’università, al lavoro, sul tram” aveva mai sentito il bisogno di dirglielo.

 

Non sono qui per darvi una lezione, non ne sarei neanche capace

Con una commozione e una dolcezza uniche, dopo aver letto alcuni degli insulti postati sui social contro la sua partecipazione al Festival, regala a tutti un grande insegnamento di vita, leggendo, con la voce rotta dall’emozione, qualche riga del libro di Tahar Ben Jelloun, “Il razzismo spiegato a mia figlia”.

La gara ha poi ufficialmente preso il via dando spazio ai big, in un susseguirsi di artisti e di generazioni.

A calcare il palco dell’Ariston sono stati i giovanissimi Giovanni Truppi, Matteo Romano, Tananai, Irama, Aka 7even e Highsnob e Hu insieme a veterani come Emma, Elisa, Le Vibrazioni, Iva Zanicchi (accolta da una standing ovation), Ditonellapiaga e Donatella Rettore e Fabrizio Moro.

Il secondo ospite della serata era forse il più atteso e senza dubbio il più controverso. Checco Zalone inizia la sua performance dalla balconata del teatro per poi scendere lanciandosi in un monologo-storia con l’aiuto di Amadeus. Scavalcando il muro del politicamente corretto, il comico pugliese cerca di scardinare alcuni degli stereotipi della società moderna, riuscendoci solo in parte. Durante il suo show è inevitabile ridere, ma anche riflettere. La sensazione è che, in un disperato sforzo di ammodernarsi, la Rai si sia contraddetta da sola, ingaggiando per la prima volta Zalone e la sua irriverenza, dimenticando però la tentata censura al monologo di Fedez durante l’ultimo concerto del primo maggio.

La sensazione è che Zalone non sia riuscito né a colmare il vuoto lasciato da Fiorello né nel suo intento di arrivare all'”italiano medio”, pur non avendo portato in scena nulla di diverso da quanto fatto durante tutta la sua carriera. Menzione speciale per la sua “Pandemia ora che vai via”, con il coro di virologi in sottofondo, e per l’uscita di scena sulle note di Angela, sua hit dai tempi di Cado dalle Nubi.

È stato poi il momento di Laura Pausini, Mika e Alessandro Cattelan, che sono stati protagonisti di una suggestiva e divertente performance musicale. Prima di congedarli Amadeus ha rotto gli indugi e ha dato la notizia che per i bookmaker era già praticamente certa: l’inedito terzetto condurrà l’Eurovision Song Contest. 

A conclusione della serata sono arrivate le due classifiche della Sala Stampa. Elisa si aggiudica la prima posizione, seguita nella classifica generale da Mahmood e Blanco. Disapprovazione dal pubblico per il settimo posto di Ditonellapiaga e Rettore e per il tredicesimo di Sangiovanni.

Questo Festival si conferma ancora una volta una scommessa vinta – la maggior parte delle volte – e incorona i suoi inaspettati vincitori morali già dalla seconda serata: i social e il Fantasanremo.

 

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