Il Pd a Fiano ha rotto gli indugi ed ha presentato il suo candidato a sindaco. E’ Nicola Santarelli, assessore ai lavori pubblici della Giunta comunale in carica, dipendente del Consiglio regionale del Lazio. Ha 48 anni ma fa politica nella palestra della sinistra fianese da quando aveva i calzoni corti. Le elezioni amministrative si terranno tra settembre e ottobre, si misurerà all’ultimo voto con Davide Santonastaso, vicesindaco, indipendente di sinistra sostenuto dall’uscente Ottorino Ferilli.
Per la prima volta dalla fine del fascismo la gloriosa e granitica sinistra locale, che ha sempre governato il paese, si presenta divisa all’appuntamento. E lacerata. Segno dei tempi si dirà ma questo fa sì che oggi la roccaforte rossa della tiberina sia fragile nella sua storia e contendibile da una destra che qui non è mai passata.
Per capire meglio abbiamo parlato con il candidato sindaco del Pd.
Nicola Santarelli ma il Pd non doveva organizzare le primarie per scegliere il candidato a sindaco? Lo avevate annunciato a ripetizione…
Le primarie non sono un rito sterile ma un atto politico forte ed erano il percorso individuato per evitare la divisione della sinistra. A fine dicembre abbiamo avanzato la proposta in modo ufficiale. La risposta , pochi giorni dopo, è stata l’annuncio della candidatura da parte del vicesindaco. Gesto unilaterale e definitivo. Si è scelto lo strappo tra la nostra stessa gente, tra gente con la stessa storia. A questo punto quel passaggio non ha ragion d’essere, nel campo democratico non vi sono altre candidature oltre la mia.
Campo democratico vuol dire coalizione. Insieme a chi?
Nei prossimi giorni incontreremo i dirigenti e la gente di Azione e Italia viva e di altre associazioni attive sul territorio. Metteremo a punto un programma innovativo per Fiano. Rivendichiamo i risultati raggiunti da e con questa amministrazione ma credo sia venuto il momento di resettare il nostro modello con pragmatismo e meno ideologia. Non chiudere più gli occhi rispetto ai fenomeni distorsivi, per esempio, nell’applicazione reale di forme di solidarietà. Oggi troppi abusano dell’assistenza comunale utilizzandola per l’acquisto di beni superflui invece di quelli necessari. Il modello va rivisto.
Fiano ha un buon tasso di occupazione, ma il mondo del lavoro è sempre più indifeso. Come pensa di invertire questa tendenza?
Io penso che i sindaci possano fare molto. Ho visto che nei giorni scorsi Esterino Montino, sindaco di Fiumicino, ha firmato un accordo con Amazon, per esempio, stabilendo un perimetro di regole condivise a tutela del lavoro. Ecco la strada dunque esiste. E deve valere per tutti i soggetti che operano a Fiano. Va posto un freno al potere di imprenditori e cooperative che operano lo sfruttamento dei lavoratori nel fortino dell’area industriale. Lì occorre ristabilire con il Consorzio una dialettica più attenta all’ambiente e al lavoro. Regole d’ingaggio più stringenti. Basta con i contratti al ribasso, senza garanzie, licenziamenti facili, cause di lavoro. Ecco io credo che Fiano deve tornare ad essere la comunità che tutela il lavoro e la sua dignità, che ne pretende il massimo rispetto. In questi anni ci siamo voltati un po’ troppo dall’altra parte in nome dell’occupazione. Ma così non va, di che occupazione parliamo? E quali sono le condizioni di lavoro? Ecco da qui dobbiamo ripartire per rispetto della nostra storia, all’impegno dei nostri padri e madri. Attenzione particolare va dunque data a chi lavora con la partita iva, alle micro e piccole imprese, ai soggetti più colpiti dalla crisi. Sono molta parte del lavoro contemporaneo. Io credo sia venuto il tempo del buon senso, dell’ascolto con umiltà e spirito di servizio, non per coltivare carriere personali. I progressisti a Fiano credo debbano ricominciare da questa scaletta di valori per costruire il futuro. Non chiacchiere ideologiche ma connessione profonda con i bisogni, le paure le preoccupazioni della nostra gente.