Vi sentite qualche volta un pizzico negoziofobici? See Primark and Die di Claire Dowie è un testo provocatorio che racconta le conseguenze di uno stile di vita immerso, o forse perso, nel sistema di tipo consumistico.
(Ri)portato in scena lo scorso 24 ottobre al Teatro Belli con la traduzione e l’adattamento di Elena Maria Aglieri e Carlo Emilio Lerici e la regia di Dafne Rubini, si conferma come una pièce teatrale divertente e al tempo stesso irriverente arricchita dall’interpretazione della brava attrice Martina Gatto.
Una performance che fa eco alla stand up di cui Clarie Dowie è importante esponente e che, attraverso diversi monologhi collegati fra di loro, gira intorno all’eccessiva frenesia che l’essere umano si trova a subire sollecitato dai negozi che gareggiano fra loro nel permettere acquisti a minor prezzo e in maggior quantità. Come fare a districarsi in un groviglio di falsi bisogni disegnati ad arte da catene di distribuzione che fanno leva sulle poche possibilità di acquisto della massa? Qualcuno si ribella, qualcuno si lascia completamente vincere dal sistema.
Il testo denuncia il modello capitalistico e si adatta bene anche al particolare momento sociale e culturale che stiamo vivendo: il potere di acquisto è sempre più debole e la confusione su ciò che sia realmente necessario e ciò che invece anestetizza le mancanze che subiamo impera: come il lato oscuro della forza!
Martina Gatto è stata brava ad affrontare le trasversalità delle scene raccontate e passare dai momenti maggiormente introspettivi a quelli più comici e briosi. Lo spettacolo merita di essere portato ancora in scena e ci auguriamo che questo accada a dispetto delle enormi difficoltà che affrontano le produzioni più piccole.
Alcune informazioni importanti: Claire Dowie, drammaturga, attrice, poetessa è sicuramente uno dei personaggi più divertenti, anticonformisti ed iconoclasti della scena teatrale inglese contemporanea. Lesbica dichiarata, sposata con un regista gay e madre di due figli, è tra i maggiori rappresentanti del movimento stand-up comedy – genere teatrale simile al cabaret – improntato all’improvvisazione e al coinvolgimento del pubblico su temi sociali o di costume. Esplosiva, penetrante e leggera, la sua drammaturgia è impietosa e divertentissima.