Non si potrebbe, ma si farà lo stesso. Questo il verdetto della Regione Lazio sulla discarica di Magliano Romano. Tutto ciò è scritto in modo chiarissimo nella determina pubblicata da poche ore. I Comuni della provincia nord non ne hanno bisogno ma l’impianto serve a Roma. Riportiamo in modo integrale la parte del provvedimento che spiega i motivi del via libera.

L’impianto non potrebbe essere realizzato

“Appare opportuno riassumere gli aspetti riferiti alla localizzazione dell’impianto alla tipologia dell’istanza e ai codici EER in ingresso. Il progetto, per come presentato dal proponente, sia pure consista, letteralmente, in una variante di una discarica già esistente, per la quantità e la qualità dei codici EER coinvolti, alcuni dei quali peraltro non compresi nella categoria dei rifiuti speciali, può essere riconducibile a un vero e proprio nuovo impianto. In quanto tale, secondo quanto previsto dal Piano Regionale di gestione dei Rifiuti di cui alla D.C.R. n. 4 del 5 agosto 2020, non potrebbe essere realizzato nel sito proposto perché si applicherebbe uno dei fattori escludenti (distanza dal più vicino centro abitato).

Tuttavia

Tuttavia, è stato tenuto conto che: secondo i principi della corretta azione amministrativa le pubbliche amministrazioni, nel caso di possibile esito negativo di provvedimenti volti al rilascio di autorizzazioni, valutazioni e pareri su istanza di parte sono tenute a verificare la possibilità del superamento delle criticità esistenti (si consideri a questo proposito l’importante significato amministrativo del cosiddetto “Dissenso costruttivo“, l’obbligo cioè, per le pubbliche amministrazioni, di tenere un atteggiamento collaborativo con il proponente, che si sostanzi nell’indicazione di modificazioni, prescrizioni o condizioni alle quali subordinare una valutazione positiva del progetto).

C’è pur sempre il “Dissenso costruttivo”

Il progetto presentato è ad oggi l’unica proposta in valutazione riguardante una discarica di rifiuti non pericolosi nell’ATO di Città Metropolitana di Roma Capitale, notoriamente oggi fortemente carente di siti di discarica; l’approvazione di un progetto di discarica nel sito in questione consentirebbe in tempi brevi di disporre di un’ulteriore volumetria di discarica utile anche per la collocazione finale dei rifiuti speciali non pericolosi non suscettibili di altre forme di recupero prodotti dal trattamento del rifiuto urbano indifferenziato, in particolare con riferimento ai fabbisogni residui dell’ATO di Città Metropolitana di Roma Capitale, senza ulteriore consumo di suolo; il Lazio (e in particolare l’ATO di Città Metropolitana di Roma Capitale) è interessato dalla procedura EU Pilot 2019/9541 – Gestione dei rifiuti nel Lazio e a Roma; l’impianto in argomento risulta inserito nell’elenco delle istanze in corso di istruttoria che l’amministrazione regionale ha relazionato alla Struttura di Missione per le Procedure di Infrazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il senso del sì alla discarica

Il parere positivo dell’Area Rifiuti evidenzia che: l’impianto in argomento risulta inserito nell’elenco delle istanze in corso di istruttoria; che l’amministrazione regionale ha relazionato alla Struttura di Missione per le Procedure di Infrazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con l’obiettivo di assicurare il progressivo soddisfacimento dei fabbisogni residui su scala regionale nel breve periodo; il progetto della Società proponente, se viene eliminata una serie di codici EER previsti nel progetto medesimo, consiste in una modifica sostanziale delle autorizzazioni già in possesso, attraverso una riclassificazione della discarica per inerti, in discarica per rifiuti speciali non pericolosi, con ampliamento dei codici EER da smaltire, rifacimento degli impianti che non risulterebbero più conformi a seguito della modifica, e senza variazioni della capacità già autorizzata di complessivi 890.000 mc, inclusi i 64.000 mc già utilizzati; la modifica sostanziale consentirebbe in tempi brevi di disporre di un’ulteriore volumetria di discarica utile anche per la collocazione finale dei rifiuti speciali non pericolosi non suscettibili di altre forme di recupero prodotti dal trattamento del rifiuto urbano indifferenziato, in particolare con riferimento ai fabbisogni residui dell’ATO di Città Metropolitana di Roma Capitale, senza ulteriore consumo di suolo, dato che l’impianto è già operativo come discarica per inerti; i criteri per la localizzazione degli impianti ed i relativi aspetti pianificatori basati su fattori escludenti, di attenzione progettuale o preferenziali in ambito territoriale, sono applicabili in senso stretto solo ai nuovi impianti da realizzare ex novo per soddisfare i fabbisogni residui di trattamento e smaltimento, e non già agli impianti legittimamente assentiti in occasione di rinnovi o di varianti sostanziali e non sostanziali; l’Area Rifiuti ha inoltre espresso parere favorevole limitatamente all’inquadramento ed alla coerenza del progetto con le previsioni del Piano Regionale di gestione dei Rifiuti di cui alla D.C.R. n. 4 del 5 agosto 2020 nel rispetto della condizione di stralciare dal progetto e quindi dall’elenco dei codici EER in ingresso all’impianto per operazioni di smaltimento D1, tutte le tipologie di rifiuti suscettibili di riciclo/recupero (in particolare quelli appartenenti alla famiglia EER 20 e i rifiuti urbani di imballaggio oggetto di raccolta differenziata compresi nella famiglia EER 16).

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