Raffaello, Autoritratto, 1506, Galleria degli Uffizi, Firenze

Siamo nell’ottobre dell’anno 1509. Seguendo un consesso di cardinali e teologici passeggiamo attraverso un’intricata rete di stanze del Palazzo Apostolico dove, sui ponteggi, un quasi ventiseienne Raffaello è pronto a mostrare la sua prima opera di committenza papale.

Tolto il velo, sulla parete compaiono una grande quantità di figure, intente a raccontare, attraverso gesti e sguardi, la storia della Chiesa.

Non appena il maestoso affresco si svela agli occhi del nuovo pontefice, Giulio II, quest’ultimo ha già deciso: solo il pittore urbinate dovrà occuparsi della decorazione dei suoi nuovi appartamenti.

Quando Raffaello giunge a Roma, sul finire del 1508, in città erano attivi alcuni tra gli artisti più autorevoli dell’epoca e la corte papale rappresenta in quel momento il più fecondo centro culturale d’Italia: basti pensare che si lavorava già, in questi stessi anni, all’edificazione della nuova San Pietro. Nessun altro papa dopo il Della Rovere investirà tante energie per far sì che, attraverso l’arte, la Chiesa possa riaffermare la sua perduta unità.

Raffaello, Ritratto di Giulio II, 1512, Galleria degli Uffizi, Firenze

Deciso fin da subito ad abbandonare gli appartamenti del suo odiato predecessore Alessandro VI Borgia, Giulio II aveva chiamato nella Città Eterna tutte le eccellenze che la scena pittorica italiana potesse offrire: sotto la direzione attenta del Bramante, erano stati così avviati i lavori nelle nuove stanze.

Di avere davanti un genio, probabilmente Giulio II se ne rese conto immediatamente. Solo in questo modo si spiega la sua subitanea volontà di licenziare tutti gli altri artisti, di far distruggere quanto di pronto ci fosse, e affidare al solo Raffaello l’incarico di realizzare l’intera decorazione.

Raffaello, Stanza della Segnatura, Musei Vaticani, Città del Vaticano

Oggi, quando ci rechiamo in visita presso i Musei Vaticani, abbiamo la possibilità di assistere, con i nostri occhi che ne diventano testimoni, ad uno degli spettacoli più belli che la storia ci abbia lasciato in eredità. Il ciclo di quattro immense stanze completamente affrescate da Raffaello e la sua bottega non smette di lasciare increduli e stupefatti neanche a distanza di cinquecento anni. La volontà è dunque quella di percorrere insieme un viaggio indietro nel tempo, in un Cinquecento fatto di politica, fede ma, soprattutto, di meraviglie, per scoprire le ambizioni di un’epoca attraverso gli affreschi delle Stanze vaticane.

 

 

 

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