INSERTO DI COMUNICAZIONE ELETTORALE A PAGAMENTO
Fabio Stefoni: “Mi candido a sindaco. Voglio far ripartire Castelnuovo di Porto.”
Fabio Stefoni, scende di nuovo in campo. Che cosa lo ha spinto a questa decisione?La cosa principale è che desidero far ripartire Castelnuovo di Porto. E “Ripartire” è un verbo che riguarda anche la mia storia. Perché un cammino è stato indebitamente interrotto e perché c’è un sogno, la Castelnuovo immaginata insieme ai castelnuovesi, che adesso può realizzarsi con determinazione, con grande passione e con la fermezza della verità.
I vecchi amori non si dimenticano, a quanto pare. Vuole tornare a fare il sindaco a Castelnuovo…
È stata una decisione molto ponderata. Mai, dopo quello che ho passato, avrei immaginato di poter dire “mi candido a Sindaco” ma è stata una sollecitazione forte e decisa, venuta da quella comunità che insieme a me riconosce di essere stata derubata e maltrattata a causa di un grande esempio di malagiustizia.
Ecco, appunto. Oltre un anno di arresti domiciliari, trasmissioni in diretta televisiva dalla piazza di Castelnuovo in cui fu messo alla gogna pubblica come mafioso, l’estromissione da sindaco in corso di opera e poi?
E poi la sentenza di primo grado in cui sono stato assolto con formula piena. La Procura non ha neanche ricorso in appello. Cosa che succede raramente nel nostro Paese…
Una sorta di errore giudiziario?
Un vero e proprio incubo. Ho affrontato gli arresti domiciliari con tanta rabbia ma anche con la serenità di sapermi innocente. È stata dura. Costi altissimi per la mia reputazione e per le sofferenze della mia famiglia e dei miei amici.
Ma i fatti mi hanno dato ragione. La condanna mediatica è stata sconfitta dalla verità.
Capitolo chiuso. Ora questa nuova sfida. Volontà di rivalsa o cosa?
Nessuna rivalsa ma un profondo senso di giustizia che ho costruito insieme a tutta quella comunità di Castelnuovesi che mi ha accompagnato fino alla verità. Non solo per me ma per una Città che è stata infangata ingiustamente. Riprendere un cammino interrotto bruscamente è ora la priorità.
È il momento, dopo il
fallimento degli obbiettivi dell’attuale amministrazione, di pensare a una Castelnuovo non più come realtà di provincia ma come Comunità di persone che ama e sceglie la nostra città in una relazione da costruire con amore e con dedizione. Ed è in una relazione sana che si cresce insieme.
Oltre al commercio e ai servizi, cosa trova da migliorare nel paese?
Il rapporto con i cittadini e l’Amministrazione comunale. Si deve crescere senza rinunciare al contatto con le persone e restando in strada con la forza di una comunità fatta di socialità e solidarietà. La grande crisi dovuta al Covid e il drammatico momento che stiamo vivendo a causa della guerra nella vicina Ucraina, devono portarci in fretta verso ideali di collaborazione e dritti in un futuro fatto di nuove e più radicate relazioni, fondate su valori umani condivisi e trasversali. Di queste e di altre cose parlerà chiaramente un programma pensato e messo sul tavolo della condivisione, già da un paio di mesi. Non siamo “provincia”, siamo Castelnuovo di Porto. Una Comunità che ha una grande storia fatta di ideali, solidarietà, sviluppo e futuro. E ora è il momento di farla vivere con orgoglio.
Infine?
Infine mi appello alle forze politiche, sociali ed economiche di Castelnuovo. Un appello per condividere un progetto che preservi storia e tradizioni e che faccia emergere le grandi potenzialità della nostra Comunità e crescere il nostro territorio. Castelnuovo è di tutte le persone che la vivono, che la scelgono e che la rispettano.