Ordine dei Medici Roma e Cittadinanza attiva chiedono chiarezza sulle tariffe selvagge praticate sui test sierologici Covid. Entrambi gli enti nel confermare i dati della nostra piccola inchiesta, chiedono alla Regione di monitorare la situazione che si è creata adottando misure adeguate contro la speculazione in atto. Cittadinanza attiva si spinge fino ad ipotizzare un coinvolgimento di altri soggetti per verificare “leicità” dei comportamenti, cioè magistratura e forze dell’ordine.
Denunciare tariffe esose all’Ordine dei medici
Scrive l’Omceo Roma: “In merito alle tariffe applicate dei laboratori abilitati a effettuare il prelievo venoso per le indagini sierologiche Covid-19 invitiamo i cittadini a rivolgersi all’Ordine dei Medici e a Cittadinanza Attiva per segnalare disfunzioni o speculazioni che sarà nostro preciso dovere riportare alla Regione Lazio”, così Antonio Magi e Pierluigi Bartoletti,presidente e vicepresidente dei camici bianchi della Capitale. All’Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri (OMCeO)giungono, infatti, molte richieste d’informazioni circa l’effettiva utilità e il costo delle indagini sierologiche per il Coronavirus.
Molte richieste dei cittadini riguardano proprio il costo di tale esame che dalle loro testimonianze dirette è ampiamente diversificato da laboratorio a laboratorio. A Civitavecchia e in una struttura di Roma il costo è di 20 euro, in altre si arriva fino a 80 euro. “Su questo va fatta chiarezza – precisano Magi e Bartoletti – c’è chi si giustifica affermando che è stato fatto anche l’esame perle IgM e quindi con un costo maggiore, altri sostenendo che il tariffario regionale riguarda gli ospedali: quest’ultima giustificazione non è plausibile poiché l’esame non rientra tra quelli rimborsati dal Servizio sanitario Regionale (SSR), pertanto non può riguardare le strutture pubbliche ma soltanto le strutture inserite e autorizzate nell’elenco regionale che si presume abbiano aderito alla tariffa “sociale” proposta dalla Regione, proprio per evitare una deriva commerciale su una patologia così grave”.
Regione verifichi attività centri abilitati
Pertanto L’Ordine di Roma invita anche la Regione a verificare l’aderenza delle strutture in elenco alle tariffe proposte e a rispettare tali tariffe, contestualmente i cittadini a non far diventare “moda dell’estate” l’esibizione del referto degli anticorpi come fosse un gadget”. Molto critica anche Cittadinanza Attiva che ipotizza anche la possibilità di un intervento delle Forze dell’Ordine. “Centro che vai, tariffa che trovi – scrive nel comunicato – Così potremmo sintetizzare la vicenda dei costi dei test sierologici nel Lazio. La Regione Lazio con la Delibera che individua quali sono i Centri che fanno i test ha sostanzialmente dato una “patente” a questi centri. Ma ciò non può autorizzare nessuno a approfittare della situazione“.
Cittadinanza attiva ipotizza intervento magistratura
Le segnalazioni raccolte da Cittadinanzattiva Lazio in questi pochi giorni testimoniano di una differenza di prezzi rilevante. Siamo arrivati a avere una segnalazione di un centro a Roma zona Montesacro di 80 euro per test sierologico. Non è possibile che i Centri, non tutti, abbiano interpretato il documento della Regione come un’autorizzazione a fare come si vuole.
Dal punto di vista operativo chiediamo ai cittadini di segnalare all’Ordine dei Medici di Roma e a Cittadinanzattiva Lazio (pitroma.ca@gmail.com; cittadinanzattiva.lazio@gmail.com) difformità di prezzo. Da parte nostra con l’Ordine dei Medici apriremo un confronto dialettico con la Regione Lazio per attivare monitoraggi, verifiche e controlli capillari sui Centri. Non è esclusa infine la possibilità di coinvolgere in azioni di verifica altri soggetti al fine di verificare la correttezza, la liceità e la qualità degli interventi messi in atto”.