Il libro “il tufo giallo della via Tiberina” è il primo di una serie di testi che verranno presentati nel ciclo di incontri “il piacere di leggere” promossi dal comune di Castelnuovo di Porto.
La nostra comunità senza la sua storia, la valorizzazione del territorio e dei suoi beni culturali, non avrebbe senso di esistere. Pamela Bartolomei con il suo libro edito dalla casa “Emia” ci mostra un lato del nostro territorio che sarebbe rimasto nascosto e poco valorizzato: le cave di tufo della via Tiberina.
Il libro “il tufo giallo della via Tiberina” mette in luce la vocazione geologica del nostro territorio grazie allo studio in collaborazione con il vulcanologo Gianluca Sottili, e il lato strettamente archeologico, scritto in collaborazione con l’archeologo Michele Damiani.
Le cave
I monumenti e la Roma antica hanno sempre un grande fascino, le imponenti mura Serviane, il Colosseo, invidiato da tutto il mondo per la sua bellezza, i Fori, cuore dell’Impero, e tanti altri siti che hanno fatto la nostra storia e continuano a sorprenderci ancora oggi.
Ancora meno conosciute e apprezzate sono le zone limitrofe a Roma, Capitale dell’impero. La “Roma di pietra” senza luoghi come le cave di Grotta Colonna, in cui la tecnologia e il genio umano hanno fatto la storia, non sarebbe potuta nascere, svilupparsi e perdurare fino ai nostri giorni. Le cave di Grotta Colonna sono uno dei luoghi di approvvigionamento del tufo in età Repubblicana e Imperiale. Il luogo è affascinate fin dai tempi antichi, e ha da sempre contribuito all’economia e allo sviluppo del nostro territorio.
Purtroppo, oggi non è abbastanza valorizzato tutto ciò che sta dietro alla realizzazione di quella che era Roma, la tecnologia utilizzata per la costruzione di monumenti, case e infrastrutture. Spetta a noi in quanto comunità la valorizzare il nostro territorio, perché le bellezze che abbiamo intorno non hanno nulla da invidiare a Roma e ad altri luoghi, anzi, sono delle realtà chiave per comprendere meglio la nostra storia.
Ecco le cave, luogo meraviglioso, in uno scatto realizzato dal fotografo Fabrizio Sanapo:
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