Mentre la Regione da lunedì inizia la campagna per mettere in sicurezza forze dell’Ordine, si inizia dalla Guardia di Finanza, medici e infermieri da Covid-19, con 300mila test sierologici, cresce la tentazione dei Comuni di fare da soli per far fronte all’ansia della popolazione. Il Comune di Fiano Romano in questo senso ha  stipulato una convenzione con un laboratorio privato locale e farà test a prezzi scontati per i residenti.

A Castelnuovo di Porto il gruppo consiliare di minoranza “Insieme per Castelnuovo”, ha presentato un’interrogazione con cui invita il Sindaco “ad attivarsi con sollecitudine nei confronti delle Autorità Regionali competenti affinché avvenga la validazione dei test sierologici e venga consentita ai Comuni la verifica degli operatori della pubblica amministrazione, del personale sanitario, delle forze dell’ordine, dei commercianti, dei volontari e delle porzioni della popolazione ritenute maggiormente a rischio attraverso l’effettuazione dei suddetti test a tutela, quindi, di questi soggetti più esposti e indirettamente di tutta la popolazione. Nel contempo e per l’immediato, richiediamo l’impegno concreto della Giunta Comunale nel disporre agli Uffici Comunali competenti l’acquisto di termometri ad infrarossi da destinare alla Polizia Locale”.

Il sindaco Riccardo Travaglini, scettico sul “fai da te” comunale

Il sindaco Riccardo Travaglini, rispetto al “fai da te” comunale  è scettico e dunque più prudente. “Capisco il senso dell’iniziativa che può sembrare, ad una prima lettura, una buona idea, ma la mia paura è che possa trattarsi di una pericolosa fuga in avanti che potrebbe scatenare solo caos. Per questo penso sia necessario un approfondimento. In primis le competenze sanitarie sono in capo alla Regione Lazio che, peraltro, ha già approvato una delibera di Giunta con indicazioni sui test sierologici per operatori sanitari e delle Forze dell’Ordine, compresa la Polizia Locale. Ci atterremo, perciò, come Comune di Castelnuovo di Porto, alle linee guida regionali e ai protocolli sanitari approvati dalle autorità titolate.  Voglio dire che, in questa emergenza sanitaria, che ci ha colpito così duramente e che ci ha anche disorientati, non possiamo andare in ordine sparso: la lotta al Coronavirus ha bisogno di essere trattata in maniera univoca sui territori. Se ogni Comune scegliesse in maniera arbitraria il tipo di test sierologico da effettuare sulla cittadinanza e sui beneficiari del test, senza un protocollo definito, potrebbe invece di apportare informazioni scientifiche rilevanti,creare confusione e disorientamento nella popolazione, già provata da misure restrittive e difficoltà economiche oggettive”. 

Fiducia nell’operato dell’Azienda sanitaria Rm 4 

“Nessuno ha la soluzione in mano – continua Travaglini  – perché lo scenario che abbiamo di fronte è ignoto ma se vogliamo uscirne al più presto non serve il fai da te e meno che mai serve alimentare l’idea che ogni piccolo comune può farsi il suo screening solitario se prima non si definiscono metodologie di indagine uguali per tutti. L’idea di aggiungere test su test è quindi fuorviante perché non è detto che ci aiuti, di per sé, a catturare in maniera oggettiva l’andamento dei contagi. Noi Comuni non abbiamo alcuna competenza e non spetta a noi moltiplicare le fonti di indagine e la generazione di dati se poi questi dati non saranno considerati utili e messi a sistema. Dobbiamo scrupolosamente affidarci agli adempimenti richiesti dall’Asl RM4 e collaborare, con immutata fiducia, con la Regione Lazio e con le loro disposizioni. Dal canto mio, seguirò certamente con attenzione il protocollo che la Regione Lazio ha predisposto con Anci Lazio e Upi Lazio affinché Comuni e Province, a spese della Regione, effettuino i test sierologici a tutti i componenti dei corpi di Polizia locale e provinciale della Regione Lazio. L’esito di questa iniziativa ci servirà per capire come estendere,eventualmente, ad altre categorie in tempi brevi lo stesso provvedimento. Ma prima cerchiamo di capire come andranno effettivamente le cose”.

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