Deve aver guardato le nuvole cariche di pioggia questa mattina Enrico.

Il cielo grigio sopra Capena non prometteva spiragli di sole, di luce di speranza. Come la sua vita, deve aver pensato, da troppo tempo (ora che aveva 70 anni), stretta nella tenaglia di un malattia cronica che imponeva la dialisi a dettare i tempi e poi le regole per tutelarsi dal covid letale per la sua fragilità.

Troppo per lui che aveva sempre corso, lavorato senza orari e sempre con il cuore lieto, fatto sport, cresciuto, e bene , quattro figli insieme alla sua compagna.

Questa mattina, quando ancora il paese indugiava nel letto, senza dir nulla alla moglie, è uscito da casa e si è seduto nei giardini comunali dove per decenni, nelle rare domeniche di riposo, aveva incontrato gente, sorriso (ne aveva uno dolcissimo), chiacchierato. Un posto del suo mondo, proprio tra le piante e le panchine dietro il “chioschetto Benigni”, il suo bar, ed ha scelto di uscire di scena.

Cosi non aveva senso proseguire. Il filo delle vita non teneva più. Lo ha trovato una signora che portava  a spasso il suo cane. Il colpo di pistola si è confuso con il vento. . Enrico è andato via così, sotto la sottile pioggia di una domenica mattina.

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