Maurizio Pepe ha un talento comico naturale che insieme allo studio ed una ferrea volontà ha fatto sì che riuscisse a trasformare la propria passione in un lavoro. Da bambino s’innamora di Alberto Sordi e decide di inseguire il suo sogno di fare l’attore.
Ricordiamo alcune delle sue interpretazioni ad esempio al teatro Sala Umberto “I Suoceri Albanesi” con Francesco Pannofino e la regia di Claudio Boccaccini. Al teatro Brancaccio “Se il tempo fosse un gambero” regia Saverio Marconi.
Nel 2018 interpreta il ruolo di Ispettore di polizia penitenziaria nel film “Sulla mia pelle” con Alessandro Borghi e la regia di Alessio Cremonini, nello stesso anno interpreta uno spacciatore nel film dedicato al campione del ciclismo “Il caso Pantani” con la regia di Domenico Ciolfi.
Come nasce il suo desiderio di fare l’attore?
Era il 1981 avevo 12 anni i miei genitori mi portarono al cinema a vedere la famosa pellicola “Il Marchese del Grillo”, rimasi folgorato dalla bravura di Alberto Sordi mi sembrava di conoscerlo come se fosse uno di famiglia.
Chiesi a mio padre di vedere tutti i suoi film e espressi il desiderio un giorno di poterlo conoscere.
Passavo giornate intere a registrare i film di Alberto Sordi, la cosa incredibile è che trascrivevo tutto il film su di un quaderno e lo imparavo a memoria, non soltanto le sue battute ma tutto il film.
A 18 anni mi allenavo ad abbassare il volume audio doppiando in sincrono le battute dei film di Alberto, ero diventato SORDIDIPENDENTE e da lì presi coscienza di voler fare l’attore.
Desideravo così tanto conoscerlo che passai una settimana con la mia scassata Renault 5, dormendo in macchina, sotto casa sua sperando di incontrarlo, ma non fu cosi.
Ha coronato il suo sogno d’incontrare Alberto Sordi?
L’occasione si presentò il 31 Maggio 2002 grazie al mio amico Massimo Lopez sono riuscito, dopo tante peripezie a coronare questo mio grande sogno.
Conoscerlo è stata una delle emozioni più grandi della mia vita.
Gli raccontai tutta la mia storia e tutta la mia ammirazione per lui, ne rimase impressionato. Mi disse: “De matti me ne so capitati tanti, ma matto come te ancora non mi era successo!”. Mi chiese di recitargli un pezzo del film Il Vigile, iniziai a testa bassa fino a quando alzandola mi accorsi che stava piangendo e mi disse: “ma tu sai tutto il film non solo fai la mia parte e non sbagli un tempo…ma che voi fà l’attore?”
Mi spiegò che per fare l’attore ci vuole molta fortuna, molto talento e una buona scuola di recitazione, a me sembra che tu il talento ce l’abbia ma non perché sai i miei film perché lo sento, continua però a fare la tua professione ma non permettere a nessuno di offuscare questo tuo sogno perché se un giorno vorrai fare l’attore, lo farai e se non lo farai come l’ho fatto io lo farai nella vita”.
Lei era molto amico di Gigi Sabani?
Nel 2000 partecipai come barzellettiere al programma televisivo LA SAI L’ULTIMA condotto in quell’anno da Gigi Sabani, durante le prove nacque subito una sintonia con Gigi e finita la puntata ci promettemmo di vederci a Roma.
Diventammo grandi amici, trascorrevamo tanto tempo insieme, comprese le vacanze estive, le nostre giornate erano divertimento allo stato puro, è stata una amicizia vera, sincera a Gigi ho voluto un bene infinito e mi manca moltissimo.
Televisione e teatro, quale preferisce?
Due modi di esprimersi completamente diversi, mi piacciono entrambi. Fare l’attore è un mestiere meraviglioso sia davanti una macchina da presa che davanti ad una platea. Nel teatro l’interazione diretta con il pubblico mi trasmette maggiori emozioni, mi arricchisce l’anima anche nei momenti non proprio felici che possono esserci nella vita.
Dopo la televisione arriva il teatro. Come ha iniziato?
Dopo aver frequentato per 2 anni la scuola di recitazione “La Stazione” di Claudio Boccaccini, ho avuto la fortuna di entrare nel cast di uno spettacolo teatrale dove il protagonista era Francesco Pannofino. Il salto di categoria è stato evidente e questo passaggio fu accompagnato da un bel pò di trepidazione ma anche dall’ entusiasmo di potermi confrontare con una platea più ampia.
L’incontro con Pannofino è stato importante per la sua carriera da attore?
Condividere il palcoscenico con Francesco Pannofino è stato un privilegio, da lui ho imparato molto, è un attore splendido sempre disponibile a darti il consiglio giusto, è un uomo di una generosità unica sia in scena che fuori, grande professionista ed amico vero.
“Sulla mia pelle” il film su Stefano Cucchi che cosa le ha lasciato?
È stata un’esperienza emozionante e interessante, ho apprezzato molto la professionalità di tutto il team e il rispetto con cui è stato trattato un argomento così delicato.
Come si concilia la sua anima comica con i ruoli drammatici che ha interpretato?
La mia anima è lo specchio della mia vita, contiene lati solari e lati oscuri e a seconda del contesto emerge una differente parte di me.
Ha interpretato la parte dello spacciatore nella vicenda Pantani il grande campione del ciclismo quanto è importante la conoscenza e lo studio del personaggio per immedesimarsi in una storia coinvolgente che tutti conoscono?
È necessario conoscere tutti i risvolti della storia siano essi vicende reali o connotazioni psicologiche, questo permette di dare corpo ad un personaggio adeguato al contesto.
Nel suo repertorio ci sono molte imitazioni di grandi personaggi, è un dono oppure c’è uno studio accurato?
Entrambi, quando ero giovane mi piaceva misurarmi imitando i grandi personaggi. Mi diverto da sempre ad interpretare personaggi comuni che si incontrano ogni giorno, in ogni ambiente, mi affascina soprattutto catturare l’atteggiamento, le movenze e le espressioni delle persone comuni.