«Ho parlato con alcuni amici», racconta Zerocalcare intervistato oggi dal quotidiano La Stampa. «Uno ha investito i risparmi di una vita in un ristorante: ora è coperto di debiti. Un altro ha chiuso dopo aver dilapidato tutto quello che aveva. Un terzo organizza eventi, è fermo da marzo ed è stato costretto a tornare a vivere dai genitori».
“Macerie”, insomma. Macerie di vite, dice Michele Reich. Macerie di fronte alle quali, dice, «discutere della vetrina di Gucci» andata in frantumi è come «parlare di uno che ha buttato le cartacce a terra durante il bombardamento di Dresda». E se avessero devastato il ristorante di un amico o il motorino di un rider? «Mi dispiaccio, ma non può diventare questo il punto».
Perché, dice Zerocalcare, si continua a parlare delle violenze senza però centrare «il problema vero». A differenza della prima serrata, «ora non sembra vedersi la fine». Il clima «è cambiato», alle parole «a dicembre vedremo la fine», dice Reich, nessuno crede più. E resta sullo sfondo una seconda ondata vissuta ora «senza che si fosse preparata una strategia». La risposta allora per il fumettista, la prima almeno da cui ripartire, è una: «Reddito universale». E i soldi? «Anche in questo periodo c’è chi si è arricchito: andiamo a chiedere i soldi a chi li ha».