Lo zucchero raffinato, più precisamente il saccarosio, è un disaccaride di origine vegetale caro a molti che, oggi nel mondo, viene prodotto ad un ritmo di circa un miliardo e mezzo di tonnellate all’anno. Grazie a questo composto e al suo costo contenuto, nell’ultimo secolo l’industria dolciaria si è sviluppata enormemente, regalando al mondo un’infinità di ricette in grado di soddisfare ogni palato. È difficile resistere alla dolcezza di un biscotto o di un bigné e lo è ancora di più per i bambini che ne sembrano attratti in modo viscerale.

Ma non c’è da stupirsi se questa molecola eserciti un tale magnetismo visto che il saccarosio, più nello specifico il glucosio contenuto in esso, è uno tra i carburanti preferiti dal nostro corpo. Il funzionamento del cervello, per esempio, è strettamente legato alla concentrazione di glucosio ematico (glicemia) che, se dovesse calare drasticamente (ipoglicemia) porterebbe inevitabilmente a condizioni come la perdita di coscienza o, nei casi più severi, al coma.

 

Quindi la risposta alla prima domanda: dipende da quanto ne assumiamo.

 

Nonostante le cellule dell’organismo vedano in questo composto una preziosa risorsa energica, non è insolito sentire esperti definirlo un “veleno” e associarlo di conseguenza a qualcosa di tossico e nocivo. Il glucosio è uno zucchero senza il quale la vita sul pianeta sarebbe molto diversa da quella che conosciamo e senza cui il corpo umano non riuscirebbe a funzionare, tuttavia, il suo eccessivo uso rappresenta un forte rischio per la salute umana. Partendo da quello che viene messo nel caffè ogni mattina, arrivando a quello presente nelle bevande analcoliche, nei succhi di frutta e negli snack, l’abuso di questo alimento è ormai largamente diffuso nella popolazione mondiale. Secondo i dati Crea-Inran nel biennio 2005/2006 negli Stati Uniti il consumo giornaliero di zucchero ammontava a 124 grammi a persona, in Italia invece intorno ai 90 grammi. Per quanto noi italiani possiamo apparire più moderati nei consumi rispetto agli americani non c’è molto da festeggiare, visto che la dose giornaliera raccomandata dall’OMS è di 25 grammi al giorno; quasi un quarto di quella attualmente assunta dalla popolazione italiana.

 

Da qui la risposta alla seconda domanda: gli italiani ne consumano troppo!

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